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NOVELLE ROMENE 81


Il viaggio fu corto e lungo; lungo per l’impazienza, corto per i pensieri... Si deciderà il Prefetto?... Un maestro non può essere soldato... Come proporre? Come cominciare? Ma se non riesce? Se non è possibile?... Ma che! Se il Prefetto lo vuole, tutto è possibile.

Il Prefetto era una vecchia conoscenza — il procuratore di un tempo. Già deputato, adesso ricchissimo, con grandissima influenza. S’egli volesse sarebbe possibile. La tranquillità del viaggiatore stava nelle mani di quell’uomo. Questi si ricordava quanto buono egli fosse stato verso di lui! Sì, ma adesso non era più il giovane allegro di un tempo, doveva essere un uomo maturo... Forse le cose non sarebbero andate così facilmente come allora.

E così tormentandosi colle congetture, il cavaliere vide dinanzi a sè le torri scintillanti di latta della città... Un altro po’ di cavalcata... Finalmente!...

Entrò per la medesima porta per la quale più di venti anni addietro era uscito portando seco il tesoro trovato accanto all’altare di S. Giovanni. Il cavaliere evitò apposta le vie principali della città, non volendo più vedere i luoghi che furono, un tempo, il teatro delle prodezze del piccolo buffone.