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Pagina:Carli - Dell'anfiteatro di Verona, 1785.djvu/32

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me probabile, non era poi cosa, che per se sola meritar si potesse la commemorazion dell’Istorico: ed ecco ch’egli anche per ciò in plural forma si espresse abbracciando gli steccati, ed i circhi colla denominazion generale di anfiteatri.

Si ritrae conclusione dal fin qui detto, che il comando dato a’ legionarj Tredicesimi quand’erano accampati in Bedriaco* 1 borgo tra Cremona e Verona, non potea contemplar solamente la costruzione degli scepti pei giuochi de’ gladiatori; ma che da tal comando una mole dovea risultarne competente all’idea concepita della grandezza Romana, e del secol dei Cesari; e degna d’un Sovrano del mondo, che l’ordinò, delle legionarie coorti, che ne intrapresero l’opra, e dello Storico che le assegna le circostanze. Quando in Cremona o in Bedriaco (oggi Caneto) mi si mostri alcuna reliquia di anfiteatro, dubiterò che l’Arena di Verona lavoro sia di quel tempo.

Una non inutile digressione ne condurrà intanto a far qualche parola delle legioni,


  1. Ved. num. 6.