Pagina:Carli - Noi arditi, 1919.djvu/57

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soli due uomini, nella conquista di Col Moschin, affrontava un pattuglione di ventisei austriaci, comandati da un ufficiale, e li costringeva alla resa.

Il sottotenente Ponzio di San Sebastiano, aiutante maggiore del mio Reparto, disobbedisce all’ordine ricevuto dal Comandante di non prender parte al combattimento, si slancia con la prima ondata d’assalto, è ferito alle gambe, mentre un caro compagno gli muore vicino; lo portano via piangente per quella morte e per non poter più restare sul campo, e trova anche il modo di mandare al Comandante un biglietto in cui si scusa di avergli disobbedito e si dice pronto ad accettare una punizione disciplinare. Un fanciullo del 900!

Ottone Rosai, fiorentino magnifico, motteggiatore terribile di austriaci, temerario anche prima della guerra, colosso dai pugni di bronzo, sulla Bainsizza, con 4 compagni a cui aveva gridato: « Chi non viene con me è un vigliacco! » catturò una mitragliatrice e 32 cecchini, e tornò alla testa del plotone di prigionieri cantando: « Lassatece passà, semo romani... ».

L’ardito Viviani, solo, si trascinava sotto una mitragliatrice austriaca in azione, con una bomba


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