Pagina:Carli - Noi arditi, 1919.djvu/6

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rovesciava compatto, plumbeo, pesante e tenebroso, come un inverno senza fine, sulla latinità, dovesse imporre anche a noi il suo stile guerriero: il collettivismo senza rilievo, l’annegamento della personalità, il sacrificio feroce senza gloria, l’azione delle masse avvolte in una tetraggine cupa e infinita.

Poichè si credeva al pregiudizio di dover combattere ad armi uguali e a stile uguale, ogni esercito dell’Intesa cercò di uniformarsi a questo tipo di guerra, cercò di creare un esercito alla tedesca, immenso, compatto, pachidermico, buio.

Ma la nostra razza non poteva adattarsi a questo forzamento, e non vi si adattò. Era troppo stridente il contrasto fra il nostro carattere aggressivo, impulsivo, individualista, sensibile, ribelle, e il tipo di disciplina nordica che ci era imposto. Volevamo compiere con gioia qualunque sacrificio per la nostra Italia, ai cui piedi deponemmo generosamente le nostre giovinezze orgogliose, ma non volevamo che questo sacrificio fosse oscuro, inutile, perduto nell’immensità dello sforzo; non volevamo essere spinti alla morte: volevamo correrci da noi, con la nostra anima di sognatori e col nostro cuore appassionato: volevamo aver l'aria di donare ciò che ci si chiedeva, e di mettere nel dono tutti gli

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