Pagina:Carlo Andreani, La Pieve di Dervio (1898).djvu/64

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lucerne, armi, monete di bronzo e rame1; nel 1876 una moneta d’oro, non lungi dal fiume, dell’epoca della divisione dell’impero romano (anno 320) e moltissime altre di epoche diverse.

Nei lavori di sterro per la costruzione della linea ferroviaria e della stazione merci, vennero scoperte alcune tombe con scheletri umani; dalla disposizione di quelle è dato supporre che un tempo ivi esistesse un cimitero.

Nella Chiesa propositurale sono rimarchevoli: l’altare maggiore di forma rarissima, in marmi diversi; il battistero ed il pergamo, buon lavoro d’intaglio, guasto anni sono coll’indorarlo, togliendone così il pregio; antichi paramenti del soppresso Convento degli Umiliati a Monasterio di Corenno, ed altri d’origine chinese, dono del padre Francescano De Magni Francesco; quadro all’altare di S. Giovanni, dono del pittore Gio. Battista Cattaneo fu Domenico di Dervio, residente in Verona (1759); arredi e vasi d’argento donati da Gio. Battista Buzzi pure di Dervio «con i denari raccolti fra i patrioti dimoranti in Venezia.»2

Qualche discreto monumento vedesi nel cimitero costrutto nel 1822, ingrandito nel 1837 e nel 1877, che racchiude anche la piramide innalzata alle vittime del disastro 24 giugno 1883 e la gotica cappella mortuaria della distinta Famiglia De Magni, oriunda della Valsassina.

Il vecchio ponte detto di S. Quirico, a due gradinate, venne tolto e surrogato dell’esistente nel 1829-30. Nella spalla a lago sulla destra del ponte, a due metri sopra l’alveo, è racchiusa una pietra cui venne tolto lo stemma all’epoca della repubblica cisalpina, coll’iscrizione:

HIERONIMO MONTIO
Ex LX Dec.
Ædili
Anno MCDVII


  1. ArrigoniLa Valsassina.
  2. Archivio Propositurale — Registro C dal 1727 al 1794.