Pagina:Carlo Rosmini Ragionamento degli Scrittori Trentini 1792.djvu/41

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di Cristoforo Bucetti 41



V.


Tante lagrime sparso e tanti passi,
Tanti lamenti, e tant’ alti sospiri
Per acquetar gli ardenti miei desiri
Che avrei già di pietà spezzato i sassi.
Pur la nemica mia più che mai stassi
Contra me dura, e par da gli occhi spiri
Crudeltà sempre, ove gli volga o giri,
Ond’ io i miei porto a forza umidi e bassi.
Deh perchè (lasso) mi lamento, e doglio,
S’ a mia voglia ardo, e ’l pianger m è diletto,
Perchè incolparne altrui più che me voglio?
S’ a mal mio grado, e con mio gran dispetto,
Non per ciò per dalermi unqua mi scioglio
Da quel nodo crudel che il cor m‘ha stretto.


VI.


Mentre ch’ io miro il loco ov’ è colei,
Che ad un sol guardo mi può far felice,
Dico a ma stesso, ahimè perchè non lice
Coi piedi gir u’ vanno i pensier miei?
Troppo alto poggi, se tu pensi in lei,
Sent’uno allor che mi risponde e dice;
Non vedi che a se trae questa Fenice
I mortali non sol, ma i sommi Dei?
Io che m’avveggo ch’ egli detta il vero,
Tremo tutto d’ affanno, e di dolore,
E di ritrarne il piede entro in pensiero.
Ma quella Dea che mi distrigne il core,
Servi, pian dice a me, fido e sincero,
E non temer del fin del nostro amore.