Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/319

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Tu t’arrecherai su questo aratro cosi, ed io cosi — ed, aperte le gambe, s’acconciò come dovea stare. — Il vomero ha da passare per questo mezzo — e, toccandolo, lo trovò fermo e ben fendente. — Ora — diss’ella — tu ti stringerai a me, ed io a te; e non uscir mai di questo solco — e miselo per quella via che cercava ; — e s’io mi discostassi tanto, che ’l vomero non s’afTondasse nel solco, mi darai con questo pungetto cosi dietro — e, presali la mano, la si recò sulla groppa. — Il rimanente t’insegnerá il naturale, che sará nostro bifolco. — A questo modo accoppiati, ella coll’aratro quando sollevato e quando per terra, ed egli quando col vomero e quando col pungetto, andaron tanto innanzi e ’ndietro, che compirono di lavorare e di seminare una porca. Dafni, appreso ch’ebbe il modo dell’arare, come quello ch’era semplicetto e pastore, temendo non per indugio se ne dimenticasse, si mosse incontanente a correre per metterlo in opera con la Cloe; ma Licenia, postagli la branca addosso: — Dafni, a bell’agio!

— gli disse. — E’ ci sono ancora degli altri punti a sapere, percioché tu non hai fino ad ora tutto lo ’ntero dell’arte, né manco la pratica di quanto io t’ho insegnato: imperò sará bene che, per ammassicciarti meglio, noi lavoriamo ancora un’altra porca. — Il buon garzone se ne mostrò contento; e, di nuovo tornando a rinsolcare, come quello che si trovava buon naturale, recitò la lezione, che non ne lasciò punto indietro. Poscia disse Licenia:

— Ora attendi al secreto. Io, che giá son femmina ed ho piú volte arato e seminato il mio campo senza punto d’affanno e con sommo mio piacere, t’ho mostrato testé questo lavoro, percioché piú tempo fa ch’io l’apparai da quel bifolco, che mi ruppe la prima volta il mio sodo e per premio n’ebbe le prime rose del mio giardino. Ma non avverrá giá cosi a te con la Cloe, quando tu vorrai far seco questo lavorio; percioché la prima volta strillerá, piangerá, ti parrá di trovarti in un pantano di sangue, come se tu la svenassi, avvegnaché il vomero intopperá fra certi radiconi, che a lei sará un grande affanno a tirare innanzi. Ma tu non guardare a questo: dálie pure del pungetto, come t’ho mostrato, e spingi tu innanzi da te, e non ti smagar del sangue; ché, rotto che tu avrai, da quindi innanzi farete