Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/90

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al sole luce poco, cosi, scostandosene, luce assai: cosi madama Margherita, se s’avicinasse ad Amore, non molto paleserebbe il suo valore; ma, standone di lontano, lo palesa assai. Perché, non dimostrandosi questi medesimi discoprimenti piú e meno di poesia, nell’avicinarsi ella a Febo, dio della poesia, e nello scostarsene, non si dicono cose contrarie?». Chi non riderebbe dell’inezie che v’escono di bocca? O donde cavate voi questa vicinanza o lontananza della perla da Febo, se nel testo non sono? Se ’l Caro dice «degna», come l’interpretate voi «vicina»? Vi par questa, buona interpretazione? E «vicina» e «degna» vi par che siano contrarie? Non può stare insieme che questa perla sia degna e cara a Febo, e che sia lontana da lui? E se insieme possono star l’una e l’altra di queste cose, e in un tempo e in un suggetto medesimo, come son contrarie? La vicinanza fa che la cosa sia piú degna, o la lontananza che sia meno? E se la perla può esser degna, cosi lunge da Febo, come la stella è luminosa, lunge dal sole, che contrarie cose son queste che si dicono? Ma pogniamo ancora che siano contrarie queste copule, come voi dite: è per questo che quelli altri due termini non siano diversi? E, se diversi sono, non fanno eglino diverse similitudini? E le diverse similitudini che importa che facciano diversi effetti? Le diversitá degli effetti, in diverse cose, sono contrari? Potreste dire: — È vero che la stella e la perla non sono le medesime, ma sono ben medesimi il sole e Febo. — Si, quando l’uno e l’altro significassero una cosa sola; ma, significandone due, vi paiono i medesimi? Febo e ’l Sole, ancora che dagli antichi si tenessero per una deitá, non rappresentano all’intelletto nostro due cose? il corpo o la luce solare; e ’l dio della poesia? una volta il suo lume, l’altra i suoi studi? Non vedete che quando il Caro fa la comparazione della stella, parla del celeste e, quando fa la metafora della perla, intende del poetico? E, secondo che per diversi termini gli ha, cosi dá loro diversi nomi: una volta del sole, l’altra di Febo? E quando dice «sole», intende della luce propia; quando dice «lume», intende del traslato, cioè dello splendor della poesia e delle dottrine? Sono adunque diversi e di voce e di significato. E, se questo è, come