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58 la villa medicea di careggi


Da mezzogiorno a ponente il panorama è addirittura imponente, meraviglioso. Ai piedi di Careggi, dopo il lieve ondulare delle basse colline che scendono verso l’Arno, una immensa striscia di pianura si stende quasi a perdita d’occhio limitata dalla città, dai colli di Signa e di Montalbano e dalla base degli Appennini. È un immensa estensione di campi ubertosi di verdi praterie, di boschetti dove sono disseminate città, terre, borghi, villaggi, casali, palazzi e case, in tal numero, che spiccando come tanti punti bianchi framezzo al verde dominante, fanno l’effetto di una immensa prateria colla primaverile fioritura delle margherite. Di tanto in tanto delle strisce argentine, dei punti luccicanti, segnano il cammino voluttuoso dell’Arno che prima di sparire dentro i colli lontani, par che non sappia abbandonare questa pianura incantata.

Cerchiamo, quando la quiete sarà tornata allo sguardo, di ritrovare fra tante cose che si veggono, alcune tra le più importanti, e cominciamo dalla linea più prossima a noi. Ecco giù a’ nostri piedi il limpido Terzolle che corre a porgere il suo modesto tributo d’acque cristalline all’Arno passando vicino all’antica Pieve di S. Stefano in Pane, al borgo delle Panche, al villaggio di Rifredi, per congiungersi poi al Mugnone presso al parco delle Cascine, una stupenda massa di alberi verdi che taglia bruscamente la bianca linea delle case di Firenze. Verso tramontana, ecco le colline le quali staccandosi dal Monte Morello, che possiamo chiamare il gigante de’ poggi fiorentini, vanno con lento e dolce declivio a morire giù nei piani erbosi di Sesto e dell’Ormannoro.

Procuriamo di raccapezzare lì nella pianura le cose più interessanti. Presso le Cascine sorge la bianca e merlata Torre