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la villa medicea di careggi 59

degli Agli che porta il nome de’ suoi antichi padroni, la cupola dorata di S. Donato in Polverosa, che dopo le grandi memorie antiche ebbe modernamente splendori abbaglianti, ormai tramontati. Seguitando in linea parallela al corso dell’Arno, troveremo sulla vecchia Via Pistojese un seguito di borghi che formano come una lunga e interminabile borgata sola: Peretola, Petriolo, Quaracchi, Sala, Brozzi, S. Donnino che costituiscono un popoloso comune e poi, in fondo, sollevantesi su di un lieve risalto di terreno, la grandiosa villa del Poggio a Cajano, altro palagio Mediceo a cui si associa il ricordo d’una funerea tragedia; la morte di Francesco I e di Bianca Cappello.

Retrocediamo ancora nella pianura fino alla base delle colline, per ritrovare un’altra linea di borghi e di paesi posti lungo la Via Pistojese per Prato: le Panche son qui a poca distanza: poi ecco il borgo di Castello, la pianura di Sesto, il grosso paese di Sesto Fiorentino, poi quell’ammasso di grandi fabbricati regolari che formano il celebre stabilimento di Doccia dove i Marchesi Ginori conservando le tradizioni operose della nobiltà fiorentina, impiegano migliaja d'operai a fabbricare porcellane e majoliche di gran pregio. Più avanti ancora, Settimello, Calenzano, poi la città di Prato che forma una lunga linea fra la base del poggio di Pizzidimonte e i poggi di Montalbano: più avanti ancora spicca sul bruno delle pendici Appenniniche la rocca di Montemurlo dove pochi difensori della caduta Firenze combatterono l’ultima e disperata lotta contro la tirannia Medicea; finalmente giù nel fondo, la città di Pistoja coi suoi insigni monumenti che nelle giornate limpide si distinguono benissimo anche ad occhio nudo e il poggio