Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/108

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92 il cortegiano


modi, sebben da natura sua vi fosse alieno, di modo che, sempre che ’l signore lo vegga, pensi che a parlar gli abbia di cosa che gli sia grata: il che interverrà, se in costui sarà il buon giudicio per conoscere ciò che piace al principe, e lo ingegno e la prudenza per sapersegli accommodare, e la deliberata volontà per farsi piacer quello che forse da natura gli dispiacesse; ed avendo queste avvertenze, inanzi al principe non starà mai di mala voglia nè melanconico, nè così taciturno, come molti che par che tenghino briga coi patroni, che è cosa veramente odiosa. Non sarà maledico, e specialmente dei suoi signori; il che spesso interviene, chè pare che nelle corti sia una procella che porti seco questa condizione, che sempre quelli che sono più beneficati dai signori, e da bassissimo loco ridotti in alto stato, sempre si dolgono e dicono mal d’essi: il che è disconveniente, non solamente a questi tali, ma ancor a quelli che fossero mal trattati. Non usarà il nostro Cortegiano prosunzion sciocca12; non sarà apportator di nuove fastidiose; non sarà inavvertito in dir talor parole che offendano in loco di voler compiacere; non sarà ostinato e contenzioso, come alcuni, che par che non godano d’altro che d’essere molesti e fastidiosi a guisa di mosche, e fanno profession di contradire dispettosamente ad ognuno senza rispetto; non sarà cianciatore, vano o bugiardo, vantatore nè adulatore inetto, ma modesto e ritenuto, usando sempre, e massimamente in publico, quella reverenza e rispetto che si conviene al servitor verso il signor; e non farà come molti, i quali, incontrandosi con qualsivoglia gran principe, se pur una sol volta gli hanno parlato, se gli fanno inanti con un certo aspetto ridente e da amico, così come se volessero accarezzar un suo equale, o dar favor ad un minor di sè. Rarissime volte o quasi mai non domanderà al signor cosa alcuna per sè stesso, acciò che quel signor avendo rispetto di negarla così a lui stesso, talor non la cenceda con fastidio, che è molto peggio. Domandando ancor per altri, osserverà discretamente i tempi, e domanderà cose oneste e ragionevoli; ed assettarà talmente la petizion sua; levandone, quelle parti che esso conoscerà poter dispiacere e facilitando con destrezza le difficoltà, che ’l signor la concederà sempre,