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176 | il cortegiano |
mente circa il governo della casa, dei figlioli e della famiglia;
il che però voi non volete che sia la sua prima professione:
o veramente allo intertenere, e far aggraziatamente
questi esercizii del corpo; e per vostra fè guardate a non
mettere queste povere virtù a così vile officio, che abbiano
da vergognarsene. — Rise il Magnifico, e disse: Pur non
potete far, signor Gasparo, che non mostriate mal animo
verso le donne; ma in vero a me pareva aver detto assai, e
massimamente presso a tali auditori; chè non penso già che
sia alcun qui che non conosca, che, circa gli esercizii del
corpo, alla donna non si convien armeggiare, cavalcare,
giocare alla palla, lottare, e molte altre cose che si convengono
agli uomini. — Disse allora l’Unico Aretino: Appresso
gli antichi s’usava che le donne lottavano nude con gli uomini;
ma noi avemo perduta questa buona usanza insieme
con molt’altre. — Soggiunse messer Cesare Gonzaga: Ed io
a’ miei dì ho veduto donne giocare alla palla, maneggiar
l’arme, cavalcare, andare a caccia, e far quasi tutti gli
esercizii che possa fare un cavaliero.
VIII. Rispose il Magnifico: Poi ch’io posso formar questa Donna a modo mio, non solamente non voglio ch’ella usi questi esercizii virili così robusti ed asperi, ma voglio che quegli ancora che son convenienti a donna faccia con riguardo, e con quella molle delicatura che avemo detto convenirsele; e però nel danzar non vorrei vederla usar movimenti troppo gagliardi e sforzati, nè meno nel cantar o sonar quelle diminuzioni forti e replicate, che mostrano più arte che dolcezza: medesimamente gl’instrumenti di musica che ella usa, secondo me, debbono esser conformi a questa intenzione. Imaginatevi come disgraziata cosa saria veder una donna sonare tamburi, piffari o trombe, o altri tali instrumenti; e questo perchè la loro asprezza nasconde e leva quella soave mansuetudine, che tanto adorna ogni atto che faccia la donna. Però quando ella viene a danzar o far musica di che sorte si sia, deve indurvisi con lasciarsene alquanto pregare, e con una certa timidità, che mostri quella nobile vergogna che è contraria della impudenza9. Deve ancor accommodar gli abiti a questa intenzione, e vestirsì di