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libro terzo. | 209 |
non meno con la magnanimità che con l’arme vinse il mondo,
s’astenesse da far ingiuria a femine. La continenza ancor
di Scipione è veramente da laudar assai; nientedimeno,
se ben considerate, non è da aguagliare a quella di queste
due donne; perchè esso ancora medesimamente si astenne
da cosa non desiderata, essendo in paese nemico, capitano
nuovo, nel principio d’una impresa importantissima; avendo
nella patria lasciato tanta aspettazion di sè, ed avendo ancor
a rendere conto a giudici severissimi, i quali spesso castigavano
non solamente i grandi ma i piccolissimi errori;
e tra essi sapea averne de’ nimici; conoscendo ancor che, se
altramente avesse fatto, per esser quella donna nobilissima
e ad un nobilissimo signor maritata, potea concitarsi tanti
nemici e talmente, che molto gli arian prolungata e forse
in tutto tolta la vittoria. Così per tante cause e di tanta importanza
s’astenne da un leggiero e dannoso appetito, mostrando
continenza ed una liberale integrità: la quale, come
si scrive, gli diede tutti gli animi di que’ popoli, e gli valse
un altro esercito ad espugnar con benivolenza i cori, che
forse per forza d’arme sariano stati inespugnabili; sicchè
questo piuttosto un stratagema militare dir si poria, che
pura continenza: avvenga ancora che la fama di questo non
sia molto sincera, perchè alcuni scrittori d’autorità affermano,
questa giovane esser stataì da Scipione goduta in
amorose delizie; ma di quello che vi dico io, dubio alcuno
non è.
XLV. Disse il Frisio: Dovete averlo trovato negli Evangelii. — Io stesso l’ho veduto, rispose messer Cesare, e però n’ho molto maggior certezza che non potete aver nè voi nè altri, che Alcibiade si levasse dal letto di Socrate non altrimenti che si facciano i figlioli dal letto dei padri: chè pur strano loco e tempo era il letto e la notte per contemplar quella pura bellezza, la qual si dice che amava Socrate senza alcun desiderio disonesto; massimamente amando più la bellezza dell’animo che del corpo, ma nei fanciulli, e no nei vecchi, ancor che siano più savii. E certo non si potea già trovar miglior esempio per laudar la continenza degli uomini, che quello di Senocrate; che essendo versato negli stu-