Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/243

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libro terzo. 227


gomento che sappiate tutti i modi per li quali s’acquista la lor grazia; però è pur conveniente che voi l’insegnate, Signora, rispose l’Unico, io non saprei dar ricordo più utile ad uno amante, che ’l procurar che voi non aveste autorità con quella donna, la grazia della quale esso cercasse; perchè qualche buona condizione, che pur è paruto al mondo talor che in me sia, col più sincero amore che fosse mai, non hanno avuto tanta forza di far ch’io fossi amato, quanta voi di far che fossi odiato.

LXII. Rispose allora la signora Emilia: Signor Unico, guardimi Dio pur di pensar, non che operar mai, cosa perchè foste odiato; chè, oltre ch’io farei quello che non debbo; sarei estimata di poco giudicio, tentando lo impossibile; ma io, poichè voi mi stimolate con questo modo a parlare di quello che piace alle donne, parlerò; e se vi dispiacerà, datene la colpa a voi stesso. Estimo io adunque, che chi ha da esser amato, debba amare ed esser amabile, e che queste due cose bastino per acquistar la grazia delle donne. Ora, per rispondere a quello di che voi m’accusate, dico, che ognun sa e vede che voi siete amabilissimo; ma che amiate così sinceramente come dite sto io assai dubiosa, e forse ancora gli altri; perchè l’esser voi troppo amabile, ha causato che siete stato amato da molte donne, ed i gran fiumi divisi in più parti divengono piccoli rivi; così ancora l’amor diviso in più che in un objetto, ha poca forza: ma questi vostri continui lamenti, ed accusare in quelle donne che avete servite la ingratitudine, la qual non è verisimile, atteso tanti vostri meriti, è una certa sorte di secretezza, per nasconder le grazie, i contenti e piaceri da voi conseguiti in amore, ed assicurar quelle donne che v’amano e che vi si son date in preda, che non le publichiate; e però esse ancora si contentano che voi così apertamente con altre mostriate amori falsi, per coprire i lor veri: onde se quelle donne, che voi ora mostrate d’amare, non son così facili a crederlo come vorreste, interviene perchè questa vostra arte in amore comincia ad esser conosciuta, non perch’io vi faccia odiare. LXIII. Allor il signor Unico, Io, disse, non voglio altrimenti tentar di confutar le parole vostre, perchè ormai par-