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Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/267

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libro quarto. 251


che le virtù imparar si possano: il che è verissimo; perchė noi siamo nati atti a riceverle, e medesimamente i vizii, e però dell’uno e l’altro in noi si fa l’abito con la consuetudine, di modo che prima operiamo le virtù o i vizii, poi siamo virtuosi o viziosi. Il contrario si conosce nelle cose che ci son date dalla natura, che prima avemo la potenza d’operare, poi operiamo: come è nei sensi; chè prima potemo vedere, udire, toccare, poi vedemo, udiamo e tocchiamo; benchè però ancora molte di queste operazioni s’adornano con la disciplina. Onde i buoni pedagoghi non solamente insegnano lettere ai fanciulli, ma ancora buoni modi ed onesti nel mangiare, bere, parlare, andare, con certi gesti accommodati.

XIII. Però, come nell’altre arti, così ancora nelle virtù è necessario aver maestro, il qual con dottrina e buoni ricordi susciti e risvegli in noi quelle virtù morali, delle quali avemo il seme incluso e sepolto nell’anima, e come buono agricoltore le coltivi e loro apra la via, levandoci d’intorno le spine e ’l loglio degli appetiti, i quali spesso tanto adombrano e soffocan gli animi nostri, che fiorir non gli lasciano, nė produr quei felici frutti, che soli si dovriano desiderar che nascessero nei cori umani. Di questo modo adunque è natural in ciascun di nọi la giustizia e la vergogna, la qual voi dite che Jove mando in terra a tutti gli uomini; ma siccome un corpo senza occhi, per robusto che sia, se si muove ad un qualche termine spesso falla, così la radice di queste virtù potenzialmente ingenite negli animi nostri, se non ajutata dalla disciplina, spesso si risolve in nulla; perchė se si deve ridurre in atto, ed all’abito suo perfetto, non si contenta, come s’è detto, della natura sola, ma ha bisogno della artificiosa consuetudine e della ragione, la quale purifichi e dilucidi quell’anima, levandole il tenebroso velo della ignoranza, dalla qual quasi tutti gli errori degli uomini procedono: chè se il bene e ’l male fossero ben conosciuti ed intesi, ognuno sempre eleggeria il bene, e fuggiria il male. Però la virtù si può quasi dir una prudenza ed un saper eleggere il bene, e ’l vizio una imprudenza ed ignoranza che induce a giudicar falsamente; perchè non eleggono mai gli uomini il