Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/293

Da Wikisource.

libro quarto. 277


vadano continuando, se a dir gli avanza cosa alcuna. —Allora disse la signora Duchessa: Oltra che l’ora è tanto tarda, che tosto sarà tempo di dar fine per questa sera, a me non par che noi debbiam mescolare altro ragionamento con questo; nel quale voi avete raccolto tante varie e belle cose, che circa il fine della Cortegianía si può dir che non solamente siate quel perfetto Cortegiano che noi cerchiamo, e bastante per instituir bene il vostro principe; ma, se la fortuna vi sarà propizia, che debbiate ancor essere ottimo principe: il che saria con molta utilità della patria vostra. Rise il signor Ottavian0, e disse: Forse, Signora, s’io fossi in tal grado, a me ancor interverria quello che suole intervenire a molti altri, li quali san meglio dire che fare.

XLIV. Quivi essendosi replicato un poco di ragionamento tra tutta la compagnia confusamente, con alcune contradizioni, pur a laude di quello che s’era parlato, e dettosi che ancor non era l’ora d’andar a dormire, disse ridendo il Magnifico Juliano: Signora, io son tanto nemico degl’inganni, che m’è forza contradir al signor Ottaviano, il qual per esser, come io dubito, congiurato secretamente col signor Gaspar contra le donne, è incorso in dui errori, secondo me, grandissimi: dei quali l’uno è, che per preporre questo Cortegiano alla Donna di Palazzo, e farlo eccedere quei termini a che essa può giungere, l’ha preposto ancor al Principe, il che è inconvenientissimo; l’altro, che gli ha dato un tal fine, che sempre è difficile e talor impossibile che lo conseguisca, e quando pur lo consegue, non si deve nominar per Cortegiano. — Io non intendo, disse la signora Emilia, come sia cosi difficile o impossibile che ’l Cortegiano conseguisca questo. suo fine, nė meno come il signor Ottaviano l’abbia preposto al principe. — Non gli consentite queste cose, rispose il signor Ottaviano, perch’io non ho preposto il Cortegiano al principe; e circa il fine della Cortegianía non mi presumo esser incorso in errore alcuno. Rispose allor il Magnifico Juliano: Dir non potete, signor Ottaviano, che sempre la causa per la quale lo effetto è tale come egli è, non sia più tale che non è quello effetto; però bisogna che ’l Cortegiano, per la instituzion del quale il principe ha da esser di tanta