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278 il cortegiano


eccellenza, sia più eccellente che quel principe; ed in questo modo sarà ancora di più dignità che ’l principe istesso: il che è inconvenientissimo. Circa il fine poi della Cortegianía, quello che voi avete detto può seguitare quando l’età del principe è poco differente da quella del Cortegiano, ma non però senza difficoltà, perchè dove è poca differenza d’età, ragionevol è che ancor poca ve ne sia di sapere; ma se ’l principe è vecchio e ’l Cortegian giovane, conveniente è che ’l principe vecchio sappia più che ’l Cortegian giovane, e se questo non intervien sempre, intervien qualche volta; ed allor il fine che voi avete attribuito al Cortegiano è impossibile. Se ancora il principe è giovane e ’l Cortegian vecchio, difficilmente il Cortegian può guadagnarsi la mente del principe con quelle condizioni che voi gli avete attribuite; chè, per dir il vero, l’armeggiare e gli altri esercizii della persona s’appartengono a’ giovani, e non riescono ne’ vecchi, e la musica e le danze e feste e giochi e gli amori in quella età son cose ridicole; e parmi che ad uno institutor della vita e costumi del principe, il qual deve esser persona tanto grave e d’autorità, maturo negli anni e nella esperienza, e, se possibil fosse, buon filosofo, buon capitano, e quasi saper ogni cosa, siano disconvenientissime. Però chi instituisce il principe estimo io che non s’abbia da chiamar Cortegiano, ma meriti molto maggiore e più onorato nome. Sì che, signor Ottaviano, perdonatemi s’io ho scoperto questa vostra fallacia, chè mi par esser tenuto a far così per l’onor della mia Donna; la qual voi pur vorreste che fosse di minor dignità che questo yostro Cortegiano, ed io nol voglio comportare.

XLV. Rise il signor Ottaviano, e disse: Signor Magnifico, più laude della Donna di Palazzo sarebbe lo esaltarla tanto ch’ella fosse pari al Cortegiano, che abassar il Cortegian tanto che ’l sia pari alla Donna di Palazzo; chè già non saria proibito alla Donna ancora instituir la sua Signora, e tender con essa a quel fine della Cortegianía ch’io ho detto convenirsi al Corlegian col suo principe; ma voi cercate più di biasimare il Cortegiano, che di laudar la Donna di Palazzo: però a me ancor sarà lecito tener la ragione del Cortegia-