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libro primo. | 15 |
madonna Costanza Fregosa, per esser in ordine vicina, che
seguitasse: la qual già s’apparecchiava a dire; ma la signora
Duchessa subito disse: Poichè madonna Emilia non vuole
affaticarsi in trovar gioco alcuno, sarebbe pur ragione che
l’altre donne participassino di questa commodità, ed esse
ancor fossino esente di tal fatica per questa sera, essendoci
massimamente tanti uomini, che non è pericolo che manchin
giochi. — Così faremo, — rispose la signora Emilia; ed imponendo
silenzio a madonna Costanza, si volse a messer
Cesare Gonzaga che le sedeva a canto, e gli comandò che
parlasse; ed esso così cominciò:
VIII. Chi vuol con diligenza considerar tutte le nostre azioni, trova sempre in esse varii difetti; e ciò procede perchè la natura, così in questo come nell’altre cose varia, ad uno ha dato lume di ragione in una cosa, ad un altro in un’altra: però interviene, che sapendo l’un quello che l’altro non sa, ed essendo ignorante di quello che l’altro intende, ciascun conosce facilmente l’error del compagno e non il suo, ed a tutti ci par esser molto savii, e forse più in quello in che più siamo pazzi; per la qual cosa abbiam veduto in questa casa esser occorso, che molti i quali al principio sono stati reputati saviissimi, con processo di tempo si son conosciuti pazzissimi: il che d’altro non è proceduto, che dalla nostra diligenza. Chè, come si dice che in Puglia circa gli atarantati s’adoprano molti instrumenti di musica34, e con varii suoni si va investigando, fin che quello umore che fa la infirmità, per una certa convenienza ch’egli ha con alcuno di quei suoni, sentendolo, subito si move, e tanto agita lo infermo, che per quella agitazion si riduce a sanità: così noi, quando abbiamo sentito qualche nascosa virtù di pazzia, tanto sottilmente e con tante varie persuasioni l’abbiamo stimolata e con sì diversi modi, che pur al fine inteso abbiamo dove tendeva; poi, conosciuto lo umore, così ben l’abbiam agitato, che sempre s’è ridutto a perfezion di publica pazzia; e chi è riuscito pazzo in versi, chi in musica, chi in amore, chi in danzare, chi in far moresche, chi in cavalcare, chi in giocar di spada, ciascun secondo la miniera del suo metallo; onde poi, come sapete, si sono avuti mara-