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tanti mari, e vinto tante barbare e strane nazioni, e dilatato
lo imperio e il nome suo per tutto il mondo, giungerà agli
confini di Jerusalem. Qual felicità sarà che si possa agguagliare
a quella, che Sua Maestà nell’animo tra sè dentro
sentirà? Dopoi, quando cominciaranno da lontano apparire
le alte torri della Santa Città, che pensieri, che voglie, che
devoti affetti saranno quelli, che fioriranno nel suo magnanimo
core! Che allegrezza in tutto lo esercito, il quale già inginocchiato
parmi vedere con alta voce e pietose lacrime salutare
ed adorare le benedette mura e la Santa Terra, nella
quale con tanti divini misterii fu il principio della salute nostra!
Quando poi in mezzo di tanti principi in abito regale
a cavallo ornato accosterassi a quelle porte, e con le sue
proprie mani onoratamente dentro vi riporterà come da lungo
esilio quella Croce, che già tanto tempo li è stata vilipesa
e in obbrobrio; appresso con la medesima pompa ed ordine
armato, e senza pur levarsi di dosso la polvere o il sudor
del cammino, se n’andrà al sacratissimo Sepolcro di Cristo,
ed ivi prostrato in terra con tanta riverenza umilmente adorerà
quel loco, ove giacque morto Colui che a tutto ’l mondo
diede la vita: qual cor umano allor sarà, che in sè possa capere
tanta allegrezza? qual animo che non desideri finir la
vita, per non corrompere mai più questa dolcezza di qualche
amaritudine? che fiumi vedransi di devotissime lacrime! che
gusto d’immortale consolazione si sentirà! come parranno
leggeri e dolci le passate fatiche del lungo cammino e della
guerra! Questa è la vera gloria e vero trionfo, conveniente
all’altezza di così nobil animo; questa è la scala per salire
alla immortalitate in terra e in cielo. Ben desiderare si debbono
li regni, i tesori, le grandezze, per poterne trar così
onesti e gloriosi frutti.
O felicissimo ciascuno che potrà aver grazia, se non di vedere ed essere presente a così divino spettacolo, almen sentirne li ragionamenti da chi veduto l’arà! E certo niun altro desiderio mai sarammi tanto stabilito nel core, nè con maggior instanza dimanderò grazia a Dio, che di potere a tale impresa servire il Cristianissimo, vedendo con gli occhi proprii e forse scrivendo una parte di così gloriosi fatti, e ae-