Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/328

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312 il cortegiano.


compagnando con l’arme l’alta persona, per servigio della quale molta gloria e grazia mi serà spendere questa vita, che più nobil fine aver non potria. E benché io sia certissimo nè con la penna nè con l’arme poter mai accrescer laude a tanta laude, come nè ancor i picciol rivi accrescono acqua al mare: pur penso che ’l buon volere mio debba meritar commendazione; perchè Dio così ha grato un denaro offertoli di buon core da un povero mendico, come un gran tesoro da un ricco signore.

Frattanto se per sorte, messer Alfonso mio, vi parrà mai trovare il Cristianissimo disposto a rilassar l’animo dalli maggiori pensieri, e quasi ad abbassar la mente e rivolgere gli occhi alle cose terrene: allor non v’incresca pigliar pena di fargli fede, come io, per quanto mi hanno concesso le debil forze mie, sonomi sforzato di obedirlo, scrivendo questi libri del Cortegiano; li quali quando io saprò essere pur solamente giunti al suo cospetto, crederommi di questa fatica avere conseguito grandissimo premio.


ALTRO PROEMIO DEL CORTEGIANO

tratto dalla prima bozza dell’Autore.


Non senza molta maraviglia può l’uomo considerare, quanto la natura, così nelle cose grandi come nelle piccole, di varietà si diletti. E cominciando da questa machina del mondo, la quale contiene tutte le cose create, veggiamo nel suo infinito corso sempre volgere il cielo; e benchè con perpetuo ordine par che giri, pure in quell’ordine ha tante mutazioni, che prima passano molte e molte migliaja d’anni, ch’esso in quel proprio sito si ritrovi, ove una volta è stato. Veggiamo poi li continui successi della notte al giorno, della estate alla primavera, dello inverno allo autunno, e le stagioni varie degli tempi, pioggie, sereni, freddi, caldi, appresso la permistione degli quattro principii, che noi chiamiamo elementi; il flusso de’ quali fa che la corruzione di una