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64 il cortegiano


venti e le tempeste ai miseri marinari; con questo consolansi i stanchi peregrini dei nojosi e lunghi viaggi, e spesso gli afflitti prigioneri delle catene e ceppi. Così, per maggior argomento che d’ogni fatica e molestia umana la modulazione, benchè incolta, sia grandissimo refrigerio, pare che la natura alle nutrici insegnata l’abbia per rimedio precipuo del pianto continuo de’ teneri fanciulli; i quali al suon di tal voce s’inducono a riposato e placido sonno, scordandosi le lacrime così proprie, ed a noi per presagio del rimanente della nostra vita in quella età da natura date.

XLVIII. Or quivi tacendo un poco il Conte, disse il Magnifico Juliano: Io non son già di parer conforme al signor Gaspar; anzi estimo, per le ragioni che voi dite e per molte altre, esser la musica non solamente ornamento, ma necessaria al Cortegiano. Vorrei ben che dichiaraste, in qual modo questa e l’altre qualità che voi gli assegnate siano da esser operate, ed a che tempo e con che maniera: perchè molte cose che da sè meritano laude, spesso con l’operarle fuor di tempo diventano inettissime; e per contrario, alcune che pajon di poco momento, usandole bene, sono pregiate assai.

XLIX. Allora il Conte, Prima che a questo proposito entriamo, voglio, disse, ragionar d’un’altra cosa, la quale io, perciò che di molta importanza la estimo, penso che dal nostro Cortegiano per alcun modo non debba esser lasciata adietro; e questo è il saper disegnare, ed aver cognizion dell’arte propria del dipingere. Nè vi maravigliate s’io desidero questa parte, la qual oggidì forse par mecanica e poco conveniente a gentiluomo: chè ricordomi aver letto che gli antichi, massimamente per tutta Grecia, voleano che i fanciulli nobili nelle scole alla pittura dessero opera, come a cosa onesta e necessaria, e fu questa ricevuta nel primo grado dell’arti liberali; poi per publico editto vetato che ai servi non s’insegnasse. Presso ai Romani ancor s’ebbe in onor grandissimo; e da questa trasse il cognome la casa nobilissima de’ Fabii, chè il primo Fabio fu cognominato Pittore, per esser in effetto eccellentissimo pittore, e tanto dedito alla pittura, che avendo dipinto le mura del tempio della