Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/308

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conosciuti da me per misericordia, ma per giustizia. Si che Io ti dico che la mia providenzia non mancará a chi in veritá spera in me, ma in chi si dispera di me e spera in sé.

Sai che speranza in due cose contrarie non si può ponere. Questo volse dire a voi la mia Veritá nel sancto Evangelio, quando dixe: «Veruno può servire a due signori»; ché, se serve a l’uno, è incontempto a l’altro. Servire non è senza speranza, però che ’l servo, che serve, serve con esperanza che ha nel prezzo e utilitá che se ne vede trare, o con esperanza che egli ha di piacere al signore suo. Onde al nemico del suo signore punto non servirebbe; el quale servizio fare non potrebbe senza alcuna speranza. Onde, servendo e sperando, si vederebbe privare di quello che aspectava dal signore suo. Or cosi pensa, carissima figliuola, che adiviene a l’anima: o egli si conviene che ella serva e speri in me, o serva e speri nel mondo e in se medesima: però che tanto serve al mondo, fuore di me, di servizio sensuale, ’ quanto serve e ama la propria sensualitá; del quale amore e servizio spera d’avere dilecto, piacere e utilitá sensitiva. Ma, perché la speranza sua è posta in cosa finita, vana e transitoria, però gli viene meno, e non giogne in effecto di quel che desiderava. Mentre che egli spera in sé e nel mondo, none spera in me: perché ’l mondo, cioè i desidèri mondani dell’uomo sono a me in odio, e in tanta abominazione mi furono che Io diei l’unigenito mio Figliuolo a l’obrobriosa morte della croce; onde il mondo non ha conformitá meco, né Io con lui. Ma l’anima, che perfectamente spera in me e serve con tucto el cuore e con tucto l’affecto suo, subbito per necessitá, per la cagione decta, si conviene che si disperi di sé e del mondo, di speranza posta con propria fragilitá.

Questa vera e perfecta speranza è meno e piú perfecta, secondo la perfeczione de l’amore che l’anima ha in me. E cosi, perfecta e imperfecta, gusta della providenzia mia: piú perfectamente la gustano e la ricevono quegli che servono e sperano di piacere solamente a me, che quegli che servono con esperanza del fructo e per dilecto che trovassero in me. Questi primi sonno quegli che, ne l’ultimo stato de l’anima, Io ti narrai della