Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/325

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con tanto desiderio di giognere a questo sacramento, pane di vita, cibo degli angeli dato a voi uomini, che ella provò quasi a quanti ministri vennero a celebrare; e da tucti le fu denegato per mia dispensazione, perché volsi che ella cognoscesse che, mancandole gli uomini, non le mancavo Io, suo Creatore. E però a l’ultima messa Io tenni questo modo che Io ti dirò, e usai uno dolce inganno per farla inebbriare della providenzia mia. Lo inganno fu questo: che, avendo ella detto di volersi comunicare, quel che serviva noi volse dire al ministro. Vedendo ella che egli non rispondeva del no, aspectava con grande desiderio di potersi comunicare. Decta la messa e trovandosi di no, crebbe in tanta fame e in tanto desiderio, con vera umilitá reputandosene indegna e riprendendo la sua presumpzione, parendole avere presumpto di giognere a tanto misterio. Io, che exalto gli umili, trassi a me il desiderio e l’affecto di quella anima, dandole cognoscimento ne l’abisso della Trinitá di me, Dio etterno, illuminando l’occhio de l’intellecto suo nella potenzia di me, Padre etterno, nella sapienzia de l’unigenito mio Figliuolo e nella clemenzia dello Spirito sancto, e’ quali siamo una medesima cosa. E in tanta perfeczione si uni quella anima, che ’l corpo si sospendeva da la terra, perché, come nello stato unitivo de l’anima Io ti narrai, era piú perfecta l’unione che l’anima aveva facta per affecto d’amore in me che nel corpo suo. E in questo abisso grande, per satisfare al desiderio suo, ricevecte da me la sancta comunione. E in segno di ciò che Io in veritá l’avevo satisfacto, per piú di senti per admirabile modo nel gusto corporale il sapore e odore del Sangue e del Corpo di Cristo crocifíxo, mia Veritá. Unde ella si rinnovellò nel lume della mia providenzia, avendola gustata cosi dolcemente.

Tucto questo fu visibile a lei, ma invisibile agli occhi delle creature. Ma el secondo fu visibile agli occhi del ministro a cui adivenne il caso: ché, essendo quella anima con grande desiderio d’udire la messa e della comunione, per passione corporale non era potuta andare alla chiesa a quella ora che bisognava. Pur gionse, essendo l’ora tardi, a la consecrazione, cioè che gionse in su quella ora che ’l ministro consecrava. Ed essendo egli da