Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/326

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l’uno capo della chiesa, ella si pose da l’altro, però che l’obbedienzia non le concedeva che ella stesse ine. Ella si pose con grandissimo pianto, dicendo: — O miserabile anima mia! e non vedi tu quanto di grazia tu hai ricevuto, che tu se’ nel tempio sancto di Dio e hai veduto il ministro, che se’ degna d’abitare ne l’inferno per li tuoi peccati? — E1 desiderio però non si quietava, ma quanto piú si profondava nella valle de l’umilitá, tanto piú era levata in su, dandole a cognoscere con fede e speranza la mia bontá, confidandosi che ’l servitore dello Spirito sancto notricasse la fame sua. Io alora le diei quello che ella in quello modo non sapeva desiderare. E1 modo fu questo: che, venendo el sacerdote per comunicarsi, nel dividere ne cadde uno pezzuolo, el quale per mia dispensazione e virtú (il moccolino de l’ostia, cioè quella particella che se n’era levata) si parti da l’altare e andò ne l’altro capo della chiesa, dove ella era. E, credendosi ella che non fusse cosa visibile ma invisibile, sentendosi comunicata, pensossi con grande e affocato desiderio che, come piú volte l’era adivenuto, Io l’avesse satisfacto invisibilmente. Ma egli non parbe cosi al ministro, che, non trovandola, sentiva intollerabile dolore. Se non che ’l servidore della mia clemenzia gli manifestò nella mente sua chi l’aveva avuta, sempre però dubitando infino che dichiarato si fu con lei. E non potevo Io tollerle lo impedimento del difecto corporale e farla andare ad ora, dacciò che ella avesse potuto ricevere il sacramento dal ministro? Si; ma volevo farle provare che, col mezzo della creatura e senza il mezzo della creatura, in qualunque stato e in qualunque tempo si sia, in qualunque modo sa desiderare e piú che non sa desiderare, Io la posso, so e voglio satisfare, come decto è, con maravigliosi modi.

Questo ti basti, carissima figliuola, averti narrato della providenzia mia, la quale Io uso con l’anime affamate di questo dolce sacramento. E cosi in tucti gli altri, secondo che lo’ bisogna, uso questa dolce providenzia. Ora ti dirò alcuna cosellina come Io l’uso dentro ne l’anima, la quale uso senza il mezzo del corpo, cioè con estrumento di fuore. Benché parlandoti degli stati de l’anima Io te ne dicesse, nondimeno anco te ne dirò.