Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/371

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Voglionsi questi cotali, per odio di loro e per uccidere in tucto la loro volontá, legarsi piú corti. O essi si legano al giogo de l’obbedienzia nella sancta religione; o egli si legano fuore della religione ad alcuna creatura, sottomectendo la loro volontá in lei, per andare piú expediti a diserrare il cielo. Questi son quegli, de’ quali Io ti dixi che eleggevano l’obbedienzia perfectissima.

Decto t’ho della generale obbedienzia; e, perché Io so che la tua volontá è che Io ti parli de l’obbedienzia piú particulare, perfectissima, però ti narrarò ora di questa seconda, la quale non esce però della prima, ma è piú perfecta: perché giá ti dixi che elle erano unite insieme per si facto modo, che separare non si possono.

Hotti decto unde procede e dove si truova l’obbedienzia generale, e quale è quella cosa che ve la tolle. Ora ti dirò della particulare, non traendoti di questo principio.

CAPITOLO CLVIII

Per che modo si viene da l’obedienzia generale a la particulare.

E de la excellenzia de le religioni.

— L’anima che con amore ha preso il giogo de l’obbedienzia de’ comandamenti, seguitando la doctrina della mia Veritá, per lo modo che decto t’ho, con l’exercizio exercitandosi in virtú in questa generale obbedienzia, verrá alla seconda con quello lume medesimo che venne alla prima. Perché col lume della sanctissima fede avará cognosciuto nel sangue de l’umile Agnello la mia veritá, l’amore ineffabile che Io gli ho e la fragilitá sua, che non risponde, con quella perfeczione che debba, a me.

Va cercando con questo lume in che luogo e in che modo possa rendermi il debito, e conculcare la propria fragilitá e uccidere la volontá sua. Raguardando, ha trovato il luogo col lume della fede, cioè la sancta religione. La quale è fatta dallo Spirito sancto, posta come navicella per ricevere l’anime che