Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/420

Da Wikisource.

In questo codice è un foglio volante, senza data né firma, recante la seguente notizia: «Questo libro, che fu donato al signor Silvio Gori Pannellini (0 dal medico Girolamo Bandiera, contiene li Dialoghi di santa Caterina da Siena da lei dettati in tempo che stava in estasi, e fu scritto dal beato Stefano Maconi, compagno diletto della santa, che fu poi generale della Certosa»; e segue citando l’autoritá di Girolamo Gigli a conferma di quest’ultima asserzione; della quale, come ho accennato piú sopra, è lecito dubitare, perché, sebbene la scrittura del codice sia tutta in gotico italiano, evidentemente non è tutta di una sola mano. Infatti, dalla c.tn a fino a c. 137, ove termina il Libro , la scrittura cambia notevolmente. In primo luogo è assai piú minuta; poi, a differenza delle carte anteriori, vi si nota: i° lo scarso uso delle abbreviature; 2 0 la «e» congiunzione quasi sempre senza il «t», e la «è» verbo in mezzo ai noti segni; 3 0 il punto sugli «i» è assai marcato; 4 0 «figliuola», «meglio», «voglio» e simili sono scritti regolarmente, e non giá «figluola», «meglo», «voglo», come era scritto prima; 5 0 finalmente, vi si osserva l’uso di alcune lettere di forma diversa da quella usata nelle precedenti carte.

Finito il Libro della divina dottrina c’è la c. 138 bianca e, ritornando il cod. alla scrittura della prima mano, seguono:

i° c. 139 a : «La venerandissima vergine Caterina da Siena, mantellata et vera figliuola di sancto Domenico, essendo a Roma, mandò questa lettera al maestro Raimondo da Capua del decto ordine, singolarissimo padre de l’anima sua, avendolo papa Urbano sexto mandato a Genova, nella quale di chiaro gli notifica la sua morte, benché onestamente».

2 0 c. 141 a : «Certi nuovi misteri che Dio adoperò ne l’anima della decta sua sposa Caterina la domenica della sexuagesima, come di sopra si fa menzione; e’ quali essa significò al decto maestro Raimondo».

3 0 c. 142 b : «Certe parole, le quali essa benedecta vergine orando dixe doppo el terribile caso che ella ebbe el lunedi a notte doppo la sexagesima, quando da la fameglia fu pianta amaramente come morta. Doppo el quale caso, ella mai non fu sana del corpo, ma continuamente agravòe infino al fine».

(1) Nel 1882 fu poi donato dal sig. Gregorio Gori Pannellini alla Comunale di Siena.