Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/13

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Costretto so’ di farlo dalla inestimabile caritá mia con la quale Io li creai, e dall’orazioni e desidèri e dolore de’ servi miei ; perché non so’ spregiatore della lagrima, sudore e umile orazione loro, anco gli accetto, però che Io so’ colui che gli fo amare e dolere del danno dell’anime. Ma non lo’ dá satisfazione di pena a questi cotali generali, ma si di colpa, perché non sonno disposti dalla parte loro a pigliare con perfetto amore l’amore mio e de’ servi miei. Né non pigliano el loro dolore con amaritudine e perfetta contrizione della colpa commessa; ma con amore e contrizione imperfetta, e però non hanno né ricevono satisfazione di pena come gli altri, ma si di colpa; perché richiede disposizione dall’una parte e dall’altra, cioè da chi dá e da chi riceve. Perché sonno imperfetti, imperfettamente ricevono la perfezione de’ desidèri di coloro che con pena gli offerano dinanzi da me per loro.

Perché ti dissi che ricevevano satisfazione, e anco l’era donato. Cosi è la veritá, che per lo modo che Io t’ ho detto, per li strumenti di quello che di sopra contiammo (del lume della coscienzia, e dell’altre cose), l’è satisfatto la colpa; cioè cominciandosi a ricognoscere, bomicano il fracidume de’ peccati loro, e cosi ne ricevono dono di grazia.

Questi sonno coloro che ,stanno nella caritá comune. Se essi hanno ricevuto per correzione quello che hanno avuto e non hanno fatta resistenzia alla clemenzia dello Spirito santo, ricévonne vita di grazia escendo della colpa. Ma se essi, come ignoranti, sonno ingrati e scognoscenti verso dí me e verso le fadighe de’ servi miei, esso fatto lo’ torna in ruina e a giudicio quello che era dato per misericordia; non per difetto della misericordia né di colui che impetrava la misericordia per lo ingrato, ma solo per la miseria e durizia sua, il quale ha posto, con la mano del libero arbitrio, in sul cuore la pietra del diamante che se non si rompe col Sangue, non ,si può rompere. Anco ti dico che, non ostante la durizia sua, mentre che egli ha il tempo che può usare il libero arbitrio, chiedendo il sangue del mio Figliuolo, con essa medesima mano e pongalo sopra la durizia del cuore suo, lo spezzará e riceverá il frutto del