Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/158

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amore; unde era con pena. Ché se fusse stato pieno el desiderio di quello che egli amava, non avarebbe avuta pena; ma perché l’amore perfettamente, mentre che egli è nel corpo mortale, non ha quel che egli ama, però ha pena. Ma, separata l’anima dal corpo, ha pieno il desiderio suo, e però ama senza pena. È saziata, e di longa è il fastidio dalla sazietá; essendo saziata, ha fame, ma di longa è la pena dalla fame, perché, separata l’anima dal corpo, è ripieno el vasello suo in me in veritá, fermato e stabilito che non può desiderare cosa che non abbi. Desiderando di vedere me, egli mi vede a faccia a faccia; desiderando di vedere la gloria e loda del nome mio ne’ santi miei, egli la vede si nella natura angelica e si nella natura umana.

CAPITOLO LXXX

Come li mondani rendono gloria e loda a Dio, vogliano essi o no.

— E tanto è perfetto el suo vedere che non tanto ne’ cittadini che sonno a vita eterna ma nelle creature mortali vede la gloria e loda del nome mio; ché, o voglia el mondo o no, egli mi rende gloria. Vero è che non me la rende per lo modo che debba, amando me sopra ogni cosa. Ma dalla parte mia Io trago di loro gloria e loda al nome mio, cioè che in loro riluce la misericordia mia e l’abbondanzia della mia caritá, prestando el tempo, non comandando alla terra che gl’ inghiottisca per li difetti loro. Anco gli aspetto, e alla terra comando che lo’doni de’ frutti suoi, al sole che gli .scaldi e dia lo’ la luce e ’l caldo suo, al cielo che si muova; e in tutte quante le cose create fatte per loro Io uso la mia misericordia e caritá, non sottraendole per li difetti loro. Anco le do al peccatore come al giusto, e spesse volte piú al peccatore che al giusto, perché il giusto, che è atto a portare, il privarò del bene della terra per darli piú abondantemente del bene del cielo. Si che la misericordia mia e caritá riluce sopra di loro.