Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/164

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grazia e con piú perfetta unione. Onde, sempre di nuovo e con piú altezza e cognoscimento della mia veritá, torno, manifestando me medesimo a loro. E quando Io mi parto, per lo modo detto, perché il corpo torni un poco al sentimento suo, dico che per l’unione che Io avevo fatta nell’anima, e l’anima in me, tornando ad sé, cioè al sentimento del corpo, è impaziente nel vivere, vedendosi levata dall’unione di me, levandosi dalla conversazione degl’ inmortali, e trovandosi con la conversazione de’mortali, vedendo offendere me tanto miserabilemente.

Questo è il crociato desiderio che eglino portano vedendomi offendere dalle mie creature. Per questo e per lo desiderio di vedermi, l’è incomportabile la vita loro; e nondimeno, perché la volontá loro non è loro, anco è fatta una cosa con meco per amore, non possono volere né desiderare altro che quello ch’Io voglio. Desiderando el venire, sono contenti di rimanere, se Io voglio che rimangono con loro pena, per piú gloria e loda del nome mio e salute deU’anime. Si che in veruna cosa si scordano dalla mia volontá, ma corrono con espasimato desiderio, vestiti di Cristo crocifisso, tenendo per lo ponte della dottrina sua, gloriandosi degli obrobri e pene sue. Tanto si dilettano quanto si veggono sostenere; anco, nel sostenere delle molte tribulazioni, a loro è uno refrigerio nel desiderio della morte, che, spesse volte, per lo desiderio e volontá del sostenere mitiga la pena che essi hanno d’essere sciolti dal corpo.

Costoro non tanto che portino con pazienzia, come nel terzo stato ti dissi, ma essi si gloriano, per lo nome mio, portare molte tribolazioni. Portando, hanno diletto; non portando, hanno pena temendo che el loro bene adoperare non el voglia remunerare in questa vita, o che non sia piacevole a me il sacrifizio de’ loro desidèri : ma sostenendo, permettendo lo’ le molte tribolazioni, essi si rallegrano, vedendosi vestire delle pene e obrobri di Cristo crocifisso. Unde, se lo’ fusse possibile d’avere virtú senza fadiga, non la vorrebbero, ché piú tosto si vogliono dilettare in croce con Cristo e con pena acquistare le virtú, che per altro modo avere vita eterna.