Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/170

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come lavoratori dell’anime vostre e di quelle del prossimo, e nel corpo mistico della santa Chiesa. In voi, lavorare in virtú: nel protssimo e nella santa Chiesa, in esemplo e in dottrina, e continua orazione offerire a me per lei e per ogni creatura; parturendo le virtú sopra del prossimo vostro per lo modo che detto t’ho. Perché giá ti dissi che ogni virtú e difetti si faceva e aumentavasi sopra del prossimo.

E però voglio che facciate utilitá al prossimo vostro; e per questo modo darete de’ frutti della vigna vostra. Non vi ristate di gittarmi incenso d’odorifere orazioni per salute dell’anime e perdi’ Io voglio fare misericordia al mondo, e con esse orazioni e sudori e lagrime lavare la faccia della sposa mia, cioè della santa Chiesa, perdié giá te la mostrai in forma d’una donzella lordata tutta la faccia ,sua, quasi come lebbrosa. Questo era per lo difetto de’ministri, e di tutta la religione cristiana, che al petto di questa sposa si notricano. De’quali difetti Io in un altro luogo ti narrarò. —•

CAPITOLO LXXXVII

Come questa devota anima fa petizione a Dio di volere sapere delti stati e frutti delle lagrime.

Alora quella anima, ansietata di grandissimo desiderio, levandosi come ebbra si per l’unione che era fatta in Dio e si per quello che aveva udito e gustato dalla prima dolce Veritá, e ansietata di dolore della ignoranzia delle creature di non cognoscere il loro benefattore e l’affetto della caritá di Dio (e nondimeno aveva una allegrezza d’una speranza della pi omessa che la veritá di Dio aveva fatta a lei, insegnandole el modo che ella dovesse tenere, ed ella e gli altri servi di Dio, per volere che egli faccia misericordia al mondo); levando l’occhio dell’intelletto nella dolce Veritá dove stava unita, volendo alcuna cosa sapere sopra de’ detti stati dell’anima che Dio aveva a lei narrati, vedendo che l’anima passa agli stati con lagrime :