Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/218

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la porta della sapienzia dell’unigenito mio Figliuolo, seguitando la dottrina sua; la quale dottrina, seguitandola, è uno bussare chiamando a me, Padre eterno, con la voce del .santo desiderio, con umili e continue orazioni. E Io so’ quel Padre che vi do el pane della grazia col mezzo di questa porta, dolce mia Veritá. E alcuna volta, per provare i desidèri vostri e la vostra perseveranzia, fo vista di non intendervi ; ma Io v’ intendo, e dóvi, mentre, quello che bisogna, perché vi do la fame e la voce con che chiamate a me; e Io, vedendo la costanzia vostra, compio e’ vostri desidèri, quando sonno ordinati e dirizzati in me.

A questo chiamare v’invitoe la mia Veritá quando disse: «Chiamate e sarávi risposto ; bussate e sarávi aperto ; chiedete e sarávi dato». E cosi ti dico che Io voglio che tu facci : che tu non allenti mai el desiderio tuo di chiedere l’aiutorio mio; né abbassi la voce tua di chiamare a me, ch’Io facci misericordia al mondo; né ti ristare di bussare alla porta della mia Veritá, seguitando le vestigie sue; e dilèttati in croce con Lui, mangiando el cibo dell’anime per gloria e loda del nome mio. E con ansietá di cuore mughiare sopra el morto dell’umana generazione, el quale vedi condotto a tanta miseria che la lingua non sarebbe sufficiente a narrarlo. Con questo mughio e grido vorrò fare misericordia al mondo. E questo è quello che Io richiego da’ servi miei, e questo mi sará segno che in veritá m’amino. E Io non sarò spregiatore de’loro desidèri, si come Io t’ ho detto. —

CAPITOLO CVIII

Come questa devota anima, rendendo grazie a Dio, s’umilia. Poi fa orazione per tutto el mondo e singularmente per lo corpo mistico della santa Chiesa e per li figliuoli suoi spirituali e per li due padri dell’anima sua. E, doppo queste cose, dimanda d’udire parlare de’ defetti de’ ministri della santa Chiesa.

Alora quella anima, come ebbra veramente, pareva fuore di sé, e, alienati e’ sentimenti del corpo suo, per l’unione dell’amore che fatta aveva nel Creatore suo, levata la mente e specolando