Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/291

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perché alora cognosce la veritá di quello che in prima non cognosceva. Unde viene a grande confusione dell’errore suo, perché nella vita sua visse come infedele e non fedele a me, perché l’amore proprio gli velò la pupilla del lume della santissima fede. E1 dimonio el molesta d’infedelitá, per farlo venire a disperazione.

Oh ! quanto gli è dura questa battaglia, perché ’l truova disarmato e non gli truova l’arme dell’affetto della caritá, perché in tutto, come membri del diavolo, ne sonno stati privati. Unde non hanno lume sopranaturale né quel della scienzia, perché non l’intesero, però che le corna della superbia non lo’ lassano intendere la dolcezza del suo merollo; unde ora nelle grandi battaglie non sanno che si fare. Nella speranza essi non sonno notricati, però che non hanno sperato in me né nel Sangue, del quale Io gli feci ministri, ma solo in loro medesimi e negli stati e delizie del mondo. E non vedeva il misero dimonio incarnato che ogni cosa gli stava ad usura, e come debitore gli conveniva rendere ragione dinanzi a me? Ora si truova innudo e senza alcuna virtú, e, da qualunque lato egli si volle, non ode altro che rimproverio con grande confusione.

La ingiustizia sua, la quale egli ha usata nella vita, l’accusa alla coscienzia, unde non s’ardisce di dimandare altro che giustizia. E dicoti che tanta è quella vergogna e confusione, che, se non che essi s’hanno preso nella vita loro per uno uso di sperare nella misericordia mia, bene che per li loro difetti ella è grande presunzione (perché colui che offende col braccio della misericordia, in effetto non si può dire che questa sia speranza di misericordia, ma è piú tosto presunzione), ma pure ha preso l’atto della misericordia; unde, venendo all’estremitá della morte e cognoscendo il difetto suo e scaricando la coscienzia per la santa confessione, è levata la presunzione, che non offende piú, e rimane la misericordia. E con questa misericordia possono pigliare atacco di speranza, se essi vogliono. Che se non fusse questo, neuno sarebbe che non si disperasse, e con la disperazione giognarebbe con le dimonia all’eterna dannazione.

Santa Caterina da Siena, Libro della divina dottrina.

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