Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/290

Da Wikisource.

seguitata la dottrina del vero e buono pastore Cristo, dolce Iesu, unigenito mio Figliuolo. E però realmente tu passi per lui bagnato e annegato nel Sangue suo con la torma delle tue pecorelle, delle quali, con la santa dottrina e vita tua, molte n’hai condotte alla vita durabile, e molte n’hai lassate in stato di grazia.

O figliuola carissima, a costoro non nuoce la visione delle dimonia, però che per la visione di me (la quale per fede veggono e per amore tengono, perché in loro non è veleno di peccato) la oscuritá e terribilezza loro non lo’ dá noia né alcuno timore, perché in loro non hanno timore servile, anco timore santo. Unde non temono e’loro inganni, perché col lume sopranaturale e col lume della santa Scrittura cognoscono gl’ inganni suoi, si che non ricevono tenebre né turbazione di mente. Or cosi gloriosamente passano bagnati nel Sangue, con la fame della salute dell’anime, tutti affocati nella caritá del prossimo, passati per la porta del Verbo e nitrati in me. E dalla mia bontá sonno conlocati ciascuno nello stato suo, e misurato lo’secondo la misura che hanno recata a me dell’affetto della caritá.

CAPITOLO CXXXII

Della morte de’ peccatori e delle pene loro nel punto della morte.

— O carissima figliuola, non è tanta l’eccellenzia di costoro, che e’non abbino molta piu miseria e’miseri tapinelli de’quali Io t’ho narrato. Quanto è terribile e oscura la morte loro ! Però che nel punto della morte, si come Io ti dissi, le dimonia gli accusano con tanto terrore e oscuritá, mostrando la figura loro, che sai che è tanto orribile che ogni pena che in questa vita si potesse sostenere eleggerebbe la creatura, inanzi che vederlo nella visione sua. E anco se li rinfresca lo stimolo della coscienzia, che miserabilemente il rode nella coscienzia sua. Le disordinate delizie e la propria sensualitá (la quale si fece .signora, e la ragione fece serva), l’acusano miserabilmente,