Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/42

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misericordia, e si per l’amore ineffabile il quale gustava vedendo che, per amore e desiderio che Dio aveva di fare misericordia all’uomo non ostante che fussero suoi nemici, avea dato il modo e la via a’ servi suoi come potessero costregnere la sua bontá e placare l’ira sua, si rallegrava, perdendo ogni timore nelle persecuzioni del mondo, vedendo che Dio fusse per lei. E cresceva forte il fuoco del santo desiderio, in tanto che none stava contenta ma con sicurtá santa dimandava per tutto quanto el mondo.

E poniamo che nella seconda petizione si conteneva el bene e l’utilitá de’ cristiani e degli infedeli, cioè nella reformazione della santa Chiesa; nondimeno, come affamata, si stendea l’orazione sua a tutto quanto el mondo (si come egli stesso la faceva dimandare), gridando : — Misericordia, Iddio eterno, verso le tue pecorelle, si come pastore buono che tu se’. Non indugiare a fare misericordia al mondo, però che giá quasi pare che egli non possa piú, perché al tutto pare privato dell’unione della caritá inverso di te, Veritá eterna, e verso di loro medesimi : cioè di non amarsi insieme d’amore fondato in te.

CAPITOLO XVII

Come Dio si lamenta delle sue creature razionali e massimamente per l’amore proprio che regna in loro, confortando la predetta anima ad orazione e lagrime.

Alora Dio, come ebbro d’amore verso la salute nostra, teneva modo d’accendere maggiore amore e dolore in quella anima in questo modo: mostrando con quanto amore aveva creato l’uomo, (si come di sopra alcuna cosa dicemmo), e diceva : — Or non vedi tu che ogniuno mi percuote; e Io gli ho creati con tanto fuoco d’amore e dotatigli di grazia; e molti, quasi infiniti doni ho dati a loro per grazia e non per debito? Or vedi, figliuola, con quanti e diversi peccati essi mi percuotono, e specialmente col miserabile e abominevole amore proprio di loro medesimi, unde