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in sé e non ne la providenzia sua. E della eccellenzia di quelli
che si confidano in essa providenzia.318
CXLII. — Come Dio provide verso dell’auime dando i sacramenti, e come provede a’ servi suoi affamati del sacramento del corpo di Cristo; narrando come provide piú volte, per mirabile modo,
verso d’una anima affamata d’esso sacramento.322
CXLIII. —Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono
in peccato mortale.326
CXLIV. — Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono
ancora nell’amore imperfetto.328
CXLV. — Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono
nella caritá perfetta. 333
CXLVI. — Repetizione breve delle predette cose. Poi parla sopra quella parola che disse Cristo a santo Pietro, quando disse:
«Mette la rete dalla parte destra della nave».337
CXLVII. — Come la predetta rete la gitta piú perfettamente uno che un altro, unde piglia piú pesci. E della eccellenzia di questi
perfetti.340
CXLVIII. — Della providenzia di Dio in generale, la quale usa
verso le sue creature in questa vita e nell’altra.342
CXLIX. — Della providenzia che Dio usa verso de’ poveri servi
suoi, sovenendoli nelle cose temporali.345
CL. — Dei mali che procèdono dal tenere o desiderare disordinata mente le ricchezze temporali.348
CLI. — Della eccellenzia de’ poveri per spirituale intenzione. E come Cristo ci amaestrò di questa povertá non solamente per parole, ma per esemplo. E della providenzia di Dio verso di quelli che
questa povertá pigliano.351
CLII. — Repetizione in somma della predetta divina providenzia . 357
CLIII. — Come questa anima, laudando e ringraziando Dio, el prega
che esso le parli della virtú della obbedienzia.358
TRATTATO DELL’OBBEDIENZIA
CLIV. — Qui comincia el trattato dell’obbedienzia. E prima, dove l’obbedienzia si truova, e che è quello che ce la tolle, e quale è il segno che l’uomo l’abbi o no, e chi è la sua compagna e
da cui è notricata.363
CLV. — Come l’obbedienzia è una chiave con la quale si diserra el cielo, e come debba avere el funicello e debbasi portare attaccata alla cintura. E delle eccellenzie sue.366
CLVI. — Qui insiememente si parla della miseria delli inobbedienti e della eccellenzia delli obbedienti.369