Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/119

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81 Annotazioni (dia Lettera 13.

(A) Sembra scritta al pontefice già tornato a Roma.

(/) Meglio sarebbe a refutare quello che è preso. Con queste parole sembra la santa esortare il pontefice Gregorio ad abbati* donare il pontificato, «e colla vigilanza domta non \olea provvedere ai bisogni della Chiesa (i). Già per aulico uso ( ’ntralasciato però, come credasi a qncl secolo ) obbligavansi i sommi pontefici a non abbandonare la cura della Chiesa, ed a non depoi re il pontificato nella professione, che della fede loro facevano dopo la elezione, leggendomi la segaenle protesta. Profiteor libi Fetre apostoloruni prinerps, sancLrqite tucv ecclesia?, quam hodie tuo presidio regendam suscipio, quod qunndiu in ha

misera vita constilatus filtro ipsam non deseram, non relinquam, non ahnegabo, non abdicabo aliquatentis, nec ex. quacumque causa, ciiìuscumque inetiis vel perieli!/ occasione dimUtnni, nec me segregabo ah ipsa (2). Ciò però dee intendersi, se la Chiesa contenda loro la rinunzia, giacché contrariando questa non può egli partirsi dalla cura e dall’uffizio commessogli. 3Ia dandos per la Chiesa il cousentimento una tal rinunzia non gli è disdetta. Quindi è, che con poca avvedutezza calunniarono alcuni il pontificato di Bonifacio Vili come non legittimo, volendo che il santo pontefice Celestino non atesse po* 111 to sottrarsi da quella dignità suprema, e pei conseguente, che la elezione del successore fosse di ninn valore: giacché la renunzia di quello fu accettata, ed approvata dalla Chiesa; onde e legittime-mente dalla dignità l’uno si ritrasse, e legittimamente ’i fa l’altro promosso. Potè adunque la santa scrivere al pontefice che meglio sarebbe a refutare quello eh1 è preso, che non adempiere le parti che gli si conveniano, quando però la Chiesa glielo consentisse; non potendo egli abbandonarla, se repugni, ne essa cacciarlo, se noi consenta.


(C) Piena autoritate date a coloro, che. vi dimandano ni fare i fall» del passaggio santo, Nel i3^7 non tì ebbe altro passaggio che quello di 5oo cavalieri ed altrettanti frati serventi inviati a Kodi per difenderla dall’ invasione de’Turchi. Altra impresa non ebbe luogo per la inimicizia de’ Fiorentini che durava, e per le guerre insorte tra’Francesi e gli Inglesi; tra la repubblica di Venezia e quella di Genova.

(0 Jo. Caro, in Not. ad Diur. Rom. Pontif. .

(1) Ex Liurno Rom. Pontif.

S. Caterina da Siena. Opere T. III.

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