Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/127

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89 cessila? Sapete bene, che il contrario fanno. 0 mi-.— serabile me, con dolore il dico: li figliuoli si notricano di quella sustanzia, che essi ricevono mediante il sangue di Cristo, e non si vergognano di stare come barattieri, e giocare con quelle sacratissime mani unte da voi vicario di Cristo, senza l’altre miserie, le quali si commettono. Oimè, dove è la profonda umiltà, con la quale umiltà confondino la superbii della propria sensualità loro? con la quale con grande avarizia si commettono le simonie, comperando li benefiej con presenti, o con lusinghe, o con pecunia, o con dissoluti e vani adornamenti, non come clerici, ma peggio che secolari. Oimè, babbo mio dolce, poneteci rimedio, e date refrigerio alli spasimati desiderj delli servi di Dio, che di dolore muojono e non possono morire, e con grande desideiio aspettano che voi, come vero pastore, mettiate mano a correggere non solamente con la parola, ma con 1’ effetto, rilucendo in voi la Margarita delia giustizia unita con la misericordia; e senza alcuno timore servile correggere iu verità quelli che si notricano al petto di questa dolce sposa, li quali sono fatti ministri del sangue.

III. Ma veramente, santissimo padre, io non so vedere, che questo si possa ben fare, se voi non riformate il giardino di nuovo della vostra sposa di’ buone e virtuose piante, attendendo di scegliere una brigata di santissimi uomini, in cu» troviate virtù, e che non temino la morte e non mirate a grandezza; ma che* siano pastori, che con sollieitudine governino le loro pecorelle; e una brigata di buoni cardinali (C), che siano a voi drittamente colonne, che v’aitino a sostenere il peso delle molte fatiche con rajnlorio divino.

0 quanto sarà allora beata 1’ anima mia, quando io vedrò rendere alla Sposa di Cristo quello che è suo, e vedrò nutricare al petto suo quolìi che non raguardano al loro ben proprio, ma aila gloria e loda del nome di Dio, e a pascersi in su la mensa della croce del cibo dell’anime; non dubito, che poi li sudditi