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A PIETRO CARDINAL D’OSTIA.


I. Mostrando i danni dell’amor proprio e del timore servile, l'esorta a servire virilmente la santa Chiesa, ed imitare Jesù Cristo nell'incontrare e sopportare ogni patimento per istabilire la pace sul cristianesimo a maggior gloria di Dio e salute dell'anime.

Lettera 24.


Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. Carissimo e reverendissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi uomo virile e non timoroso, acciocché virilmente serviate alla sposa di Cristo, adoperando per onore di Dio spiritualmente e temporalmente, secondo che nel tem^o d’ oggi questa dolce sposa ha bisogno. Sono certa, che se l’occhio deU’iutelletto vòstro si leverà a vedere la sua necessità, voi il farete sollicitamente e senza alcuno timore, o negligenzia!

l’anima che teme di timore servile, niuna sua operazione è perfetta, ed in qualunque stato si sia nelle piccole cose, e nelle grandi viene meno, e non conduce quello che ha cominciato alia sua perfezione.

O quanto è pericoloso questo timore:’ egli taglia le braccia del santo desiderio; egli accieca l’uomo cue non gli lassa conoscere nè vedere la verità, perocché questo timore procede dalla cecità dell’amore