Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/212

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174 zione ecl unione die ha fatta la natura divina nell’umana!

più non poteva dare che dare sè medesimo a coloro che per lo peccato erano fatti inimici di Dio.

O ineffabile consumato amore, bene sei innamorato della fattura tua, perocché non potendo tu Dio sostenere pena, e volendo fare pace con l’uomo, e la colpa commessa si voleva pur vendicare, non esséndo sufficiente puro uomo a satisfare alla grande ingiuria che fatta era a te, Padre Eterno, tu ora coll’amore che hai a noi, hai trovato il modo, vestendo il Verbo della carne nostra, sicché insiememente t’ ha renduto 1’ onore, ed hai placata Y ira tua, sostenendo la pena nella propria carne, cioè della massa d’Adamo che commise la colpa. Or come dunque, uomo, ti poi tenere, che tu non abbandoni le medesimo, tu vedi che egli ha giocato in su la croce, e si ha lassato vincere, avendo vinto, perocché la morte vinse la morte, fecero uno tornielo insieme, al tutto la morte fu sconfitta, e la vita risuscitò nell’ uomo. Or oltre dunque correte, e non si tenga più il cuore vostro; arrendasi la città dell’anima vostra, e se non s’arrende, per altro si debba arrendere perchè egli ha messo il fuoco da ogni parte; voi non vi potete voltare, nè spiritualmente, nè temporalmente, che non troviate fuoco d’amore.

IV. Pregovi dunque e voglio che amiate Cristo in terra, e pregatelo dell’avvenimento suo, e che tosto drizzi il gonfalone della santissima croce sopra gl’ infedeli, e non mirate nè voi, nò gli altri, perché li cristiani si levino e sieno levati, come membri putridi e ribelli al loro dolce capo, perchè questo sarà il modo a placarli e farli tornare figliuoli. Pregatenelo e fatenelo pregare cli

tosto si faccia. Perdonate alla mia ignoranzia, che tanto presumo di favellare: scusimi l’amore ed il deàidcrio che io ho della salute vostra, e della rinnovazione cd esaltazione della santa Chiesa, che è tanto impallidita, che d cuore della carità pare che sia molto venuto meno, perocché ognuno li ruba, li toglie il cuore a lei, e ponlo a sè, cioè per amore