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, *9° muovere la passione della patria come gli oltramontani; cagione non ci veggo se non 1’ amore proprio. Atterratelo oggimai, e non aspettate il tempo, che il tempo non aspetta voi, conculcando co’piedi questo affetto con odio del vizio ed amore della virtù. Tornate, tornale, e non aspettate la verga della giustizia, perocché dalle mani di Dio non potiamo escire: noi siamo nelle mani sue, o per giustizia, o per misericordia, meglio è a noi di riconoscere le colpe nostre e staremo nelle mani della misericordia, che di stare in colpa e nelle mani della giustizia; perchè le colpe nostre non passano impunite, e specialmente quelle che sono fatte contra alla santa Chiesa: ma io mi voglio obbligare di portarvi dinanzi a Dio con lacrime e continua orazione, e con voi insieme portare la penitenzia, purché vogliate ritornare al padre, che come vero padre v’aspetta con Tale aperte della misericordia. Oimè, oimè, non la fuggite, nè schifate, ma umilmente la ricevete,
non crediate a malvagi consiglieri che v’hanno dato la morte. Oimè, fratelli dolci, dolci* fratelli e padri mi sarete in quanto v’accostiàte alla verità: non fate più resistenzia alle lacrime ed ai sudori che gittano li servi di Dio per voi, che’dal’capo ai piedi ve ne lavereste, che se voi le spregiaste e l’ansietati, dolci e dolorosi desiderj che per voi sono offerti da loro, molta più dura reprensione ricevereste. Temete Dio ed il vero giudizio suo: spero per la infinita sua bontà che adempirà in voi il desiderio de’servi suoi: non vi parrà duro se io vi pongo con le parole (/), che l’amore della salute vostra m’ ha fatto scrivere, e più tosto vi pungerei con la voce viva, se Dio mel permettesse!
sia fatta la voluntà sua, ed anco meritate più tosto li fatti che le parole. Pono fine, e non dico più, che se io seguitasse la voluntà, anco non mi resterei, tanto è piena di dolore e di tristizia l’anima mia di vedere tanta ciechità’in quelli che sono posti per lume, non come agnelli che si pascono del cibo dell’onore di Dio e salute dell’anime,
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