Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/282

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244 il vento e come polvere che si pone al vento, ogni piccolo contrario la dà a terra;

così quando fossimo fondati in amore proprio di noi medesimi, il quale è la più perversa lebbra e piaga che possiamo avere; elli è quella lebbra che tutte le virtù fa guastare, e non hanno in loro vita, perocché sono private della Madre della carità; onde non vivono, perchè non sono accostate con la vita; desidera dunque 1’ anima mia1 di vedervi fondati nella viva pietra. 0 carissimo padre, écci migliore e più dilettevole cosa che dovere edificare lo edificio dell’ anima nostra ? dolce cosa e, che abbiamo trovala pietra, maestro e servitore uno manoale che bisogna a questo. edificio. 0 come è dolce maestro il Patire eterno, dove si riposa tutta la sapienzia, e scienziate bontà infinita: egli è lo Dio nostro, che é colui che è; tutte le cpse che participano essere e secondo di lui, egli è uno maestro che fa quellb che abbisogna, e non vuole altro che la nostra santificazione, e ciò che dà e permette per nostro bene, cioè per purgazione de’peccati nostri, o per accrescimento di perfezione e di grazia. Bene è adunque dolce questo nostro Maestro, sì ben sa edificare e porre quello che bisogna a noi; ed ha fatto più, che vedendo che l’acqua non era buona a intridere la calcina per porre la pietra, cioè delle dolci e reali virtù, donocci il sangue dell’unigenito suo Figliuolo: sapete che innanzi al decreto dell’ avvenimento del Figliuolo di Dio, niuna virtù aveva valore di potere dare all’uomo la vita (./?), la quale per lo peccato aveva perduta..0 padre, raguardiamo la inestimabile carità di questo Maestro, che vedendo clic l’acqua de’santi prò-, feti non era viva, che ci desse vita, ha tratto di sè, c porto a noi il Verbo incarnato unigenito suo Figlinolo, ed bagli data-ila potenzia e virtù,sua in mano, ed hallo postoj nello edificio nostro per pietra, senza la quale pietra noi non.possiamo’ vivere, ed è sì dolce, perchè gli è unito questo figliuolo, ed è una cosa col Patire, che ogni cosa amara per la dolcezza sua, vi diventa