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ic7 della volontà di Dio, e sempre porta la sorella dell’amore proprio, cioè la disobbedienzia, dicendo: questi comanda indiscretamente, io non posso portare la sua indiscrezione: talora mi voglio stare in cella nella quiete mia, ed egli me ne trae, non guardando luogo, nè tempo: per questo giudicio in cbe cade? (che come egli è di questo, così è di molte altre cose le quali passo; per non attediarvi di parole) cadene in questo, che o egli disobbedisce e non fa quello che gli è imposto, o s’ egli il fa, fallo con impazienzia, con mormorazione e con scandalo di mente, viene ad inìdelità, ad irreverenzia, e perde il santo limore che debbe avere verso Dio e verso il prelato; e con lo scandalo che piglia la propria volontà, si priva della pace e quiete della mente sua. Tutto gli addiviene, perchè egli ama sè, e col proprio amore s’ è fatto giudice della volontà del suo maggiore fuore della dolce volontà di Dio; ma se egli avesse lume di fede, eziandio se’l suo’prelato fusse uno dimonio incarnalo, giudicarebbe che la clemenzia dello Spirito Santo gli facesse adoperare inverso lui quello cli
fusse la sua salute; ma la propria tenerezza non gli lassa vedere, perchè l’occhio suo non s’è spccolato neH’obbedienzia del Verbo, il quale fu obbediente infino all’obbrobriosa morte della croce. Oh disobbediente giudicatore tiepido ed amatore di te, e che non ti poni dinanzi il sangue sparto con tanto fuoco d’ amore per 1’ obbedienzia che pose il Padre eterno all’unigenito suo figliuolo ? Questo dolce Jesìi non si pose ad investigare la volontà del Padre, nè chi l’ha seguitato, cioè che per tenerezza di sè non rifiutò labore, nè^disse: Pa?
dre, trova un altro modo che io non sostenga pena, e compirò l’obbedienzia tua, noi disse punto; ma come èbrio d’amore, dell’onore del Padre eterno e salute nostra, prese il giogo deli obbedienzia, e per compirla bene si satolla d’obbrobrj, scherni e rimproveri; colui che sazia ogni anima, sostiene sete, per vestir noi della vita della grazia, si spoglia della* vita del corpo