Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/144

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i44 Annotazioni alla Lettera 63.

  • 1 * * 1 (//) Per questa via neuno può andare senza il lume. Queslo ImriV onde sjiesso favella la santa, e di che alluminata vorrehbe la mente di coloro a* quali scrive, attribuendogli singolarissimi pregi nel calumino della virtù, non è certo (ideilo della fede teologica, del quale Don è privo alcun fedele, sì una chiara in* telligenza de’misteri, e di ciò cbe spetta alla salute dell’anima, la quale, comechè sia più presto dono celeste, che frutto d’umana industria, pure d’ ordinario non s1 ottiene che per opera di fervida e costante preghiera. l)i questo lume assai ragiona Ja santa, siccome nelle lettere, anche nel dialogo.

(lì) Che si contiene nel trattato delle lagrime. Accenna probabilmente il suo libro del Dialogo, in cui a lungo favella la santa’ delle lagrime, cioè dal capitolo 88 iufino al capitolo 98..

(C) A questa orazione ci invila il glorioso apostolo. In molle delle sue Epistole favella la santa della orazione e delle sue maniere d’usarla.

Queste diconsi per essa attuale, che consiste in un continualo desiderio di servire a Dio ed al prossimo per Iddio; e perciò dicesi ancora orazione continua,, vocale e mentale, da cui è poi l’anima sollevata allo stato unitivo, come ella stessa gran maestra di ciò dice in più luoghi. Veggansi le lettere 63, if»9 e 35^, nelle quali a lungo traila questa materia da quella grau maestra di spi* rito che ella era.

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