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’49 inette, o persecuzione, o consolazione, o dagli uomini, o dal dimoino, tutto vede che è fatto per nostra santificazione, e godesi della smisurata canta di Dio, sperando nella providenzia sua, che provede in ogni nostra necessità: ogni cosa dà con misura, e se cresce la misura cresce la forza. Questo vede l’anima, e cognosce quando, alluminato ì occhio dell’intelletto suo, ha coguosciuta la volontà di Dio, e però n’è fatto amatore.
II. Dico che questo lume non giudica la volontà dei servi di Dio, nè di veruna altra creatura, ma giudica ed ha in reverenzia, che lo Spirito Santo gli gnidi; e però non piglia ardire di murmurazione, che essi siano giudicati dagli uomini, ma solo da Dio. Benché potremmo dire: è veruno servo di Dio che sia tanto alluminato, che un altro non possa vedere più di lui ?
ISo: anco è di necessità per manifestare la magnificenzia di Dio, e per usare l’ordine della carità, che 1’ uno servo di Dio con l’altro usino, e participino insieme il lume e le grazie, ed i doni che ricevono da Dio:
perchè si vegga che il lume e la magnificenzia della propria dolce verità si manifesti infinita, come ella è, e non finita, e perchè noi ci umiliamo a cognoscere il lume e la grazia di Dio ne1 servi di Dio, li quali egli pone come fonti; e chi tiene un’ acqua e chi ne tiene un altra, i quali sono posti in questa vita per dare vita ad essi medesimi, e per consolazione e refrigerio degli altri servi di Dio, che hanno sete di bere queste acque, cioè di molti doni e grazie che Dio pone ni’ servi suoi, e cosi sovviene alla nostra necessità. Sicché egli è vero che non è veruno che sia tanto alluminato, che spesse volte non abbi bisogno del lume d’altrui; ma colui che è alluminato di questa dolce volontà di Dio, dà lume con lume di fede, non giudicando con murmurazione e scandalo di colui clic egli vuole consigliare, ma per sì fatto modo che sta e rimane senza pena; unde se egli si attiene al consiglio suo, godene, e se egli non vi s’atliene, giù-