Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/204

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20 \ Annotazioni alia. Lettera 7ò.

(A) Questa lettera fu dalla santa inviala a due religiosi d1 Ordini differenti, cioè a Fra Niccolò di Nanni o Giovanni, cbe si .voglia dire, olivetano; e a D. Pietro di Giovanni di Viva, certosino a Maggiano, ed era perciò stata impressa due volte dagli editori senz’ altra varietà, se non che quella del certosino, che or qui si omette, era accorciata, come s’avvertirà più sotto.

Fra Niccolò, come appare dalla fine della leltera, era stato fidotto alla religione olivetana dalla santa. D. Pietro di Giovanni di Viva, nel i38o, era priore della Certosa di Maggiano, luogo discosto un miglio da Sieoa, fondazione del celebre cardinale Riccardo Petroni nobile sanese, a cni tra le altre sue chiare opere, devesi la compilazione del sesto libro delle Decretali.

(li) E una nuvola posta sopra la pupilla del lume della santissima fede. Come, se rimanga*. la pupilla mpedita, non può l’occhio del corpo ricevere le specie per cui formisi la visione degli oggetti, così l’occhio dell’anima ch’è l’intelletto, giusto il dettosi più volte in queste lettere dalla santa e nel libro del Dialogo, se dall’amor proprio, assomigliato da essa alla nuvola, e che è origine di ogni male, s’ingombri, rendevi inabile a ricevere quelle illustrazioni delle quali il sole divino suole illuminare le menti de’ servi suoi.

(C) Ed il glorioso santo Niccolò. Queste parole sono solamente nella lettera al monaco olivetano, il quale con venerazione speziale dovea porgere gli ossequj a qnesto santo arcivescovo, di cui tenea il nome;, onde anche alla sua potente intercessione vuole ella che rechi Tessersi ridotto a Dio nella religione. L’ossequio speciale ai santi di cui si porta il nome e la fiducia di ottenerne grazie segnalate è sentimento pio, e ricevuto nella Chiesa. Chi bramasse più’ estesa dottrina su di ciò, legga il libro del P. Teofilo Rainaudi, intitolato: Pietas specialis, ve.

(D) E se alcuna volta alla sensualità li jtaresse. Da queste parole ha principio la giunta che la santa pone alla lettera del monaco olivetano, essendo tutto il rimanente comune sì ad esso, si ul certosino.