Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/215

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2l5 in quelle cogitazioni, cioè che vi consentisse. Chi è colui che campa e non percuote in qnesto scoglio? Solo l’obediente, perocché elli è umile, e l’umile passa e rompe lutti i lacciuoli del dimonio.

IV. Sicché vedete che all’ohediente non bisogna di temere di timore servile per alcuna cogitazione o molestia del dimonio. Tenga pur ferma la volontà che non consenta, annegandola nel sangue di Cristo crocifisso, e legandola col lume della vera obedienzia per amore e reverenzia del Verbo unigenito Figliuolo di Dio. E trovasi ancora lo scoglio dalla fragile e miserabile carne che vuole impugnare contra allo spirito, la quale è vestita d’amore sensitivo, il quale amorefarebbe offendere, perocché la carne ha sempre in sè rebellione, ed alcuna volta si corrompe, ma non sarebbe offesa, se non inquanto la volontà legata col proprio amore sensitivo consentisse alla fragile carne, e dilettasi nel suo corrompere, ma se la volontà è morta nell’amore sensitivo, e nel proprio diletto, e legata nella obedienzia, come detto è, con tutte le sue rebellioni non gh può nuocere nè impedire la navicella; anco è uno agumentare e dare vigore al vento, che più velocemente corra verso il termine suo, perocché 1’ anima che si sente impugnare, si leva talora dal sonno della negligenzia con odio e cognoscimento di sè, e con vera umiltà; che se cosi non fusse, dormirebbe nella negligenzia con molta ignoranzia e presunzione; la quale presunzione notricarebbe la superbia, presumendo di sè medesimo alcuna cosa, unde per le impugne diventa più umile, e perciò dissemo che tanto è obediente quanto umile: se dunque cresce la virtù deH’uHiiètk, cresce anco la virtù dell’obedienzia!

sicché vedete che corre più velocemente. Ecci anco lo scoglio del mondo, il quale come ingannatore si mostra con molle delizie, stati e grandezze tutto fiorito; e nondimeno elli ha in sè continua amaritudine, ed è senza alcuna fermezza o stabilità, ma ogni suo diletto e piacere viene tosto meno; siccome la bel-