Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/236

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I I 236 perocché egli ha tolta da sè la propria volontà che gli faceva guerra: non fa così il disobediente, che dinanzi a sè non puone altro che la propria volontà, e tutti quelli modi i quali possa pigliare per compire quello che desidera. Egli diventa, non osservatore dell’Ordine, ma trapassatore; fassi giudice della volontà del suo prelato. Questi gusta Y arra dell’inferno, e sempre sta in amaritudine, ed è atto a cadere in ogni male: nor è costante nè perseverante, ma volle il capo a dietro a mirare l’aratro. Egli cerca la congregazione e fugge la solitudine: cerca la pace della volontà sua che gli dà morte, e fugge chi gli dà vita, cioè la pace della coscenzia ed abitazione della cella, ed il diletto del coro; perocchè’l coro gli pare che sia drittamente uno serpente velenose, o cibo che gli abbi a dare morte» con tanto tedio.vi sta e con tanta pena, perchè la superbia e disobedienzia ed ingratitudine sua gli hanno ripieno lo stomaco e guasto il gusto dell’amma; ma l’obediente del coro si fa giardino, dell’officio, dolci e soavi frutti e della cella si fa uno cielo; della solitudine si diletta per meglio accostarsi al suo Creatore, e non mettere mezzo tra lui e sè, e del cuore suo fa tempio di Dio, col lume della santissima fede ragguarda dove meglio trovi questa vrtù, e con che mezzo meglio la possa imparare, quando l’ha trovata, cercando-la trova nell’umile, svenato e consumato per amore dolce Agnello, il quale per obedienzia del Padre e salute nostra corse all’obbrobriosa morte della santissima croce, con tanta pazienzia, che I grido suo non fu udito per veruna mormorazione. Vergogninsi e confondansi nella superbia loro tutti i, disobedicnli a ragguardare 1 obedienzia del Figliuolo di Dio, poiché 1’ ha trovata. Con che l’acquista? col mezzo dell’orazione, la quale è una madre che concipe

parturisce le virtù nell’ anima, perocché quanto più ci accostiamo, a Dio, più partecipiamo della sua.bontà, e più sentiamo 1 odore delle virtù, perchè solo egli è maestro delle virtù, e da lui, le riceviamo, e l’orazione è quella che ci unisce col Sommo bene. .