Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/65

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65 per Dio, ed il prossimo per Dio. A questa perfezione, carissimi fratelli (C), voi sete invitati e tratti dallo Spirito Santo, dallo stato del secolo allo stato della santa religione, e sete legati col funicolo della vera e santa obbedienzia, menati a mangiare fialoni (D) di mele nel giardino della santa Chiesa. Adunque io vi prego, poiché è tanto dilettevole, che già mai non volgiate il capo a dietro per veruna iatica o tentazione che il dimonio vi desse, e non venga mai a tristizia o a confusione i anima vostra, perocché il dimonio non vorrebbe altro; onde elli spesse volte darà molte molestie e varie battaglie, e faratti falsamente giudicare contra T obbedienzia che ti fosse imposta; e non fa questo, perche di primo colpo creda che noi cadiamo, ma solo perchè 1’ anima venga a disordinata tristizia e confusione-di mente; perocché essendo condotta l’anima in su la tristizia e confusione per tedio di sè, perde ed abbandona i suoi esercizj spirituali, li quali faceva, parendole che le sue operazioni non debbano essere accette, nè piacevoli a Dio, perchè gli’1 pare fare in tante tenebre e freddezza di cuore, parendole essere privata del calore della carità, che le pare meglio di lasciarle stare che di farle. Allora il dimonio gode, perchè la vede per la via di conducerla a disperazione, perocché in altro modo non putì guadagnare, se non per questo. Non è dunque da fare così, perocché se tutti 1 peccati si Tannassero in un corpo d’ uno uomo, e gli rimanga la vera speranza e la viva fede della infinita misericordia, non ci potrà togliere, che noi non partecipiamo e riceviamo il frutto del sangue del figliuolo di Dio, il quale il dolce Jesù sparse, volendo adempire 1’ obbedienzia del padre e la salute nostra; e perchè elli non aveva in sè altra volutila, se non adempire quella del Padre suo, ogni pena, strazio, scherni e morte li tornava a grandissima dolcezza, intantochè li parbe giungere alla pasqua, giungendo alle pene: questo parbe, che mostrasse nella S. Caterina da Siena. Opere T. IV. 3