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Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/89

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89 medesimo con umiltà: grazia sia a te, Signore, di tanti modi e vie, quante tu dai e fai tenere alle tue creature.

E quando spressamente vedesse il difetto, o nei servi di Dio o ne’servi del mondo, portilo con grande comj assione dinanzi da Dio, e se può caritativamente dirlo al prossimo suo, il debbe dire: così fa colui che è perfetto in carità ed umd

che non presuma di sè medesimo: costui è veramente fondato, e non si scaridelizza in sè per pena che sostenga, nè nel prelato per la grave obbedienzia, anco. obbedisce infino alla Ynorte in ogni cosa, se non in quello che vedesse che fosse fuora della voluntà di Dio; perocché cosa che elli vedesse che fosse offesa di Dio, noi debba fare, ma ogni altra cosa sì; e non si scandalizza nel prossimo, nè per ingiuria che li fosse fatta da lui, nè per modi e costumi diversi che in loro vedesse; ma d’ogni cosa gode e guadagna, e trae il frutto a sè per la virtù della carità che è dentro nell’ anima sua. Chi *1 dimostra questo? la virtù della pazienzia che ha fatto chiaro e manifesto la virtù nel perfetto, ed il mancamento della virtù nello imperfetto, vedendovisi il contrario, cioè la impazienzia. Adunque bene è vero che la virtù della pazienzia è uno segno dimostrativo che mostra l’uomo perfetto ed imperfetto: voi sete posto nello stato della grande perfezione, e però dovete essere paziente per lo modo che detto è, bagnata ed annegata la propria volontà nel sangue di Cristo crocifisso; perocché in altro modo offendereste la vostra perfezione, alla quale sete entrato a » servire, e così cadereste nella seconda impazienzia, della quale facemmo menzione, e però vi dissi ch’io desideravo di vedervi fondato in vera e santa pazienzia, acciocché fra le fatiche godeste e gustaste l’arra di vita eterna, e nell’ultimo riceveste il frutto delle vostre fatiche, e però riposatevi in croce col dolce ed immaculalo Agnello.


Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.