Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/149

Da Wikisource.

149

che ardeva e non consumava, ora dico, che elli arde e consunta, e distrugge, e dissolve ogni difetto, ignoranzia ed ogni ngligenzia che fusse nell’ anima; imperocché la carità non è oziosa, anco adopera grandi cose.

Io Catarina, serva inutile, spasimo di desiderio rivolgendomi per le interiora dell’anima mia per dolore e pianto, vedendo, e gustando la nostra ignoranzia, e negligenzia, e non donare amore a Dio, poiché tante grazie dona a noi con tanto amore. Adunque, carissimi fratelli, non siate ingrati nè sconoscenti, perocché agevolmente si potrebbe seccare la fonte della pietà in voi. 0 negligenti, negligenti, destatevi da questo perverso sonno, andiamo e riceviamo il re nostro, che viene a noi umile e mansueto. 0 superbi noi; ecco d maestro dell’um’lità, che viene e siede sopra l’asina!

però disse il nostro Salvatore, che una delle cagioni infra l’altre, per la quale elli venisse sopra essa, si fu per dimostrare a noi la nostra umanità in quello che elli era venuto per Io peccato a dimostrare, che ci conviene tenere con quest’asina della nostra umanità quello modo che tenne elli, cioè cavalcarla e signoreggiarla; e drittamente e senza veruna differenzia non ci ha tra noi e la bestia cavelle, perocché la ragione per lo peccato diventa animale. 0 verità antica, che ci hai insegnato il modo. Io voglio che tu sagli sopra questa asina, e possegga te medesimo umile e mansueto!

ma con che piei vi saliamo, dolcissimo amore?

con 1’ odio della negtfgenzia e con amore della virtù.

II. Or non diciamo più, perocché troppe cose averemmo a dire. ^»on posso più: ma facciamo così, figliuoli e fratelli miei, il canale è aperto, e versa; unde noi avendo bisogno di fornire la navicella dell’anima nostra andiamo a fornirla ine a quello dolcissimo canale, cioè il cuore, e iànima, il corpo di Jesù Cristo!

ine trovaremo versare con tanto affetto, che agevolmente potremo empire l’anime nostre: e però vi dico, non indugiate a mettere l’occhio nella finestra, che io vi dico che quella somma bontà ci ha apparecchiati i S. Cotenna. Opere. T. V. io